Mario Draghi (foto Ansa)

di cosa parlare stasera a cena

La conferenza di Draghi, più amichevole che cattedratica

Giuseppe De Filippi

Idee e spunti per sapere cosa succede in Italia e nel mondo selezionati per voi da Giuseppe De Filippi

Uno dei tanti punti che faranno notizia nella conferenza stampa di Mario Draghi, quello più immediato, comprensibile, significativo nella comunicazione. L’integrale merita un ascolto, anche perché lo stile è diverso. Non perché sappia di più o abbia chissà quali soluzioni e strategie da indicare, ma perché spesso premette dei “forse”, perché chiede a Roberto (Speranza), perché fa riferimento a dati da consultare in modo rispettoso per chi quei dati li raccoglie, perché poi aggiunge “qualcosa che gli era passato di mente”, perché spesso dice che vuole informarsi e approfondire meglio. È evidente che non siamo di fronte a uno sfoggio di competenza, o di caratura tecnica fine a sé stessa. Anzi, c’è quasi uno sfoggio di approssimazione, di vedrò, di decideremo, di “non dipende da noi”. La competenza la proiettiamo noi, Draghi non se la attribuisce né cerca di sembrare un super competente. Il senso di rassicurazione che arriva è più dovuto al clima da conversazione amichevole, non cattedratica, e quindi all’ascolto delle domande, prendendole sufficientemente sul serio. Che vuol dire anche sminuirne l’importanza quando la fonte citata, nel caso specifico il testo no-vax con prefazione di Nicola Gratteri,  “non è uno scienziato, altrimenti magari l’avrei letto quel libro”. Insomma, confidenzialità ma fino al giusto consentito dalla buona educazione e nessuno sfoggio di certezze, semplicemente perché quella di sfoggiare sicurezza è una cosa che non si fa. Il lato di buon conversare e di stile nei rapporti umani non è stato, per comprensibili ragioni, molto esaltato, dando invece spazio a un’idea astratta e non confermata dalla realtà di un Draghi tecnocrate. Ma forse sta usando semplicemente l’arte della buona educazione. Un classico peraltro in Italia quello di rivendere come merce nuova qualcosa che esisteva in passato ma era stata oggetto di campagne denigratorie. Dopo questa divagazione torniamo ai temi centrali. C’è qualche segnale di accelerazione per i vaccini (evitando però i toni di chi vuol fare causa al mondo). Con anche la promessa di intervenire per evitare che il personale sanitario non vaccinato venga a contatto con i pazienti. E c’è l’impegno a sostenere l’economia non solo con le vaccinazioni ma con un aumento di stimoli per aziende e produzione e lavoro, facendo in modo che progressivamente la spinta sia rivolta verso gli investimenti. Parla di eurobond con ovvia cognizione di causa, ma sa bene (ricorda che lui li propone da anni, e aggiungiamo che lo faceva da una posizione di un certo peso) che finché non sono tutti d’accordo non si riuscirà a metterli davvero sul mercato, anche se sarebbero così convenienti, permettendoci magari di avere nel mercato valutario e del debito mondiale un ruolo come quello degli Usa. Ripete che non è questione di oggi, ma lui continuerà a parlarne e a proporli, convinto del successo prima o poi. E certo, poi, proprio oggi riparte la campagna di anti-europeismo in Germania, con la corte suprema che ha bocciato la ratifica del recovery fund, in base, ancora una volta, all’articolo della costituzione tedesca sui limiti all’indebitamento dello stato. Non è la prima volta e sempre questi tentativi sono stati fermati dalla politica. Però è un fattore di stress per una Ue che già i suoi problemi li ha. 

Le tre "cose" principali 

Fatto #1 

Come procede con le necessità più pressanti della campagna vaccinale. Questa cosa che la regione Lazio sta funzionando bene, talmente da diventare un modello nazionale, non solo sconvolge i nostri sciocchi pregiudizi e smonta il nostro banale scetticismo, ma tocca pure una questione politica. E non solo per la presidenza dell’altrove rinunciatario Nicola Zingaretti, ma perché la regione è anche, da tempo, un terreno sperimentale di collaborazione tra Pd e 5 stelle.

Fatto #2

L’assegno per i figli, è in arrivo.

Fatto #3

La protesta dei rider (forse rafforzata dal successo dello sciopero nella filiera di Amazon). Anche per loro e le loro aziende è il caso di parlare di crisi di crescita, di servizio che deve uscire dalla fase arrembante dell’inizio e cominciare a stabilizzarsi, migliorando condizioni e rapporti di lavoro. Giornata di proteste in molti ambiti, dal trasporto locale (che però è un classico del venerdì che resiste alla pandemia) alla logistica. E di proteste per le crisi industriali

Oggi in pillole

- Non si fanno (ancora) gli eurobond ma si fanno, battezziamoli così, i winebond. Eppure anche in questo caso si trattava di mettere d’accordo più aziende. L’idea è quella di emettere titoli tutti assieme, per avere più forza sui mercati e dare più sicurezza. Insomma, lo stesso dello spazio fiscale comune europeo.

- Già che si parla molto di vaccini ecco che ne viene annunciato uno molto promettente e già avviato per l’Hiv.

- Ridaje.

- Il film su Papa Francesco, il regista dice che il protagonista è un’attitudine, un modo di essere nel mondo.

- Questa cosa delle imbarcazioni che bloccano il traffico sta diventando eccessiva.

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