(foto LaPresse)

Di cosa parlare stasera a cena

Dalla transizione ecologica alla transizione politica

Giuseppe De Filippi

Idee e spunti per sapere cosa succede in Italia e nel mondo selezionati per voi da Giuseppe De Filippi

Sì, il tema non è la transizione ecologica, che, figuriamoci, è interessantissima, ma più divertente è la transizione politica. Non dateci dei politicisti, eh, e poi a cena (contrariamente alle vecchie regole del galateo) non c’è niente di meglio della politica per chiacchierare. Quindi, la transizione politica, per la quale non c’è un ministero apposito, sarà il processo cui guardare con interesse nei prossimi mesi. Perché potrebbe riuscire alla Lega ciò che qui, con la leggerezza delle chiacchiere a cena, avevamo suggerito ai 5 stelle e cioè di buttarsi sui cavalli vincenti, europeismo e politiche liberali, senza stare a farsi troppi scrupoli rispetto al proprio passato sovranista e dirigista. I 5 stelle ci vogliono arrivare forse ma seguendo il sentiero verde, che è stretto, ma loro preferiscono così. E d’altra parte al Parlamento europeo avevano occhieggiato al gruppo verde per uscire dal limbo anti-tutto in cui si erano cacciati con le prime mosse pro-gilet gialli e con altre sciocchezze. Per i leghisti invece si apre una strada più tradizionale e più battuta, visto il loro indiscutibile radicamento non tanto presso i mitici ceti produttivi del nord quanto presso un elettorato storicamente moderato al quale i toni truci di Salvini avevano solo apportato qualche compagno di strada (che so, i tedeschi dell’Afd) dal quale è bene invece stare a distanza. Allora via con la transizione politica, sarà la vera cifra del governo trasformativo di Mario Draghi. Mentre lui governa i partiti lavorano al loro reset. Sì, ce n’è per tutti. Dei 5 stelle e dei leghisti si è detto, ma non trascurate il Pd, che se ne sta sornione ma potrebbe cogliere, ci vuole un po’ di tempo, il frutto di una collaborazione onesta e leale al governo Draghi e intestarsi il presidio di temi legati al lavoro, alla pubblica amministrazione, ai diritti. Il tutto avrà sullo sfondo la sfida per la nuova legge elettorale, ma non corriamo troppo. Però un problemino si porrà, prima o poi, alle elezioni: come regolarsi, da elettori, se dicono tutti le stesse cose? 

 

Le tre "cose" principali 

Fatto #1 

Mentre Draghi non si sbilancia sui tempi previsti per la nascita del governo (oggi ha avuto un incontro ravvicinato con microfoni e telecamere uscendone però senza dichiarazioni) c’è subito da fare qualcosa per la crescita (che, come è noto, è anche l’altra faccia della sostenibilità del debito). La Commissione europea non vede ancora il super rimbalzo atteso e questo non è bene. Ma, la metafora abusata non è nostra ma della commissione, dice che si scorge la luce in fondo al tunnel. Il commissario Paolo Gentiloni parla di effetti favorevoli per la crescita grazie alla campagna vaccinale, oltre, ovviamente, a citare Next generation Eu come strumento essenziale e certamente efficace per ripartire. Ma il punto centrale di Gentiloni oggi è nella permanenza degli aiuti finanziari di sopravvivenza per il lavoro e per le imprese. Per rassicurare tutto e garantire che sussidi e rinvii di scadenze dei pagamenti continueranno finché ce ne sarà bisogno. 

 

Fatto #2 

Stasera il risultato del voto su Rousseau (ma pensate di che ci tocca parlare a cena). Guardiamolo però con lo sguardo rispettoso del processo di maturazione interna del movimento 5 stelle che abbiamo riservato ai mesi del governo Conte due. Insomma, anche questo voto, con il quesito a risposta predigerita e con una certa sgrammaticatura, servirà a portare, sia pure per vie tortuose, un po’ di realismo politico nel territorio dell’antipolitica e a farne crescere la consapevolezza. Anche perché dopo, reso omaggio ai riti della democrazia diretta, si tratterà di chiudere la partita con Draghi e con gli altri partiti per dire in che modo si intende appoggiare il governo nascente. Le cronache raccontano di tentativi in extremis per influire sul voto, malgrado il quesito, e cercare di ottenere, da parte degli antigovernisti, almeno qualcosa che possa portare all’astensione. Be’ non è completamente da escludere. Invece di addentrarsi ancora di più sul cammino della maturazione potrebbero scegliere l’isolamento, consentendo a Draghi di governare, ma preparandosi a lucrare sulla estraneità al governo quando si andrà a votare. Percorso un po’ folle e non stanno in piedi i paragoni con il passato e con il governo Monti, perché questa volta sembra proprio che stando al governo si guadagneranno i galloni della credibilità. Ma non si sa mai (e così mettiamo un po’ di pepe nella altrimenti noiosissima attesa del verdetto di Rousseau e del suo recepimento dalla dirigenza grillina). E contribuisce a tenere un po’ di interesse sul voto anche l’enigmatico post di Beppe Grillo, in versione Hitchcock (sembrerebbe). 

 

Fatto #3 

È la corsa dei vaccini e quella parallela del virus modificato a rendere tutto più complicato. In Germania sono in allarme. Angela Merkel ha già prolungato il periodo delle restrizioni rafforzate e ora parla con molta preoccupazione della nuova ondata possibile con le varianti del virus. I timori e le segnalazioni in Italia. Dove le regioni chiedono al governo di continuare con il divieto di spostamenti interregionali. Mentre (e questo invece ci conforta), sarà un caso, ma proprio quando sono ormai passati giorni sufficienti per rendere apprezzabili i cambiamenti dalla fine dell’era Trump si vede il più spettacolare calo di nuovi contagi e del numero di vittime negli Usa

 

Oggi in pillole 

- La solidarietà ad Alessandra Moretti è arrivata da tutti e va comunque ripetuto che le intimidazioni non sono tollerabili.

- La vera furbizia del cartellino? Abolirlo, come fa Fastweb.

- Mercati floridi e giusti riconoscimenti ai lavoratori.

- I guai post Brexit, mentre il Financial Times scrive che l’Euronext di Amsterdam ha superato in termini di volumi il London stock exchange, insomma la Borsa della City sarebbe stata superata dalla molto meno blasonata piazza europea. La questione è seria e non solo campanilistica o nazionalistica.

- Il dating rende e il concorrente di Tinder va in Borsa.

- Vabbè, su, però non fatelo più comunque. Le litigate calcistiche, sanate (almeno dal giudice). Quelle tennistiche, sempre tra italiani, e ora al vaglio delle autorità di settore.

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