Continua l'emergenza migranti tra Grecia e Turchia (foto LaPresse)

Gli scontri tra Turchia e Grecia e i dati Ocse sulla crescita mondiale

Giuseppe De Filippi

Idee e spunti per sapere quello che succede nel mondo selezionati per voi da Giuseppe De Filippi

Il dramma al confine turco-greco.

 

 

L'effetto dei lacrimogeni, anche sui bambini. A lanciarli sono le guardie greche a presidio di un confine europeo.

 

 

Mentre dal mare arrivano notizie terribili.

 

 

Proposte, per politici con la tempra di una Angela Merkel.

 

Momento di orgoglio che non possiamo non condividere nelle nostre cene.

 

 

L'assessore lombardo ricoverato per contagio con il coronavirus, giunta e consiglio ora dovranno rapidamente fare tutti i controlli per mettersi in sicurezza. Oggi dovevano andare tutti a fare un sopralluogo, opportunamente bardati, nelle zone più rischiose. Tutto annullato ovviamente.

  

 

Tutto già visto, dejà vu, qui, lo diciamo da giorni. 

 

 

Fare campagna elettorale senza stringere mani, mica è facile e certamente è una cosa mai vista. Succede alle municipali di Parigi, elezioni molto importante per la politica francese. Circostanza che consente anche di vedere come si può tenere una consultazione così ampia mentre le misure di controllo della circolazione e dei contatti tra persone si intensificano. Diventerà un caso di studio per politologi (speriamo non lo sia anche per virologi ed epidemiologi).

  

Déjà vu #2, in UK quando si tratta di decidere sul virus il governo centrale commissaria i sindaci, compreso quello più forte di tutti. La curiosità, buona se volete dilungarvi a cena, è che un ex sindaco di Londra (Johnson) tiene fuori da una riunione chiave il sindaco attuale (Khan).

  

 

Déjà vu #3, dagli USA la corsa agli scaffali dei supermercati. Ci gioca un po' il sempre pessimista Nouriel Roubini. In questi giorni l'economista patito di loom si sta divertendo come un pazzo.

  

 

Déjà vu #4, mantenere le distanze.

 

 

Déjà vu #5, fermare i voli con la Cina, adesso lo decide anche Lufthansa (che per la verità li riduce anche per l'Italia).

 

 

L'Ocse fa i primi conti dell'impatto mondiale del coronavirus e comincia ad analizzare gli effetti della riduzione dei commerci, dei trasporti, dell'efficienza delle catene produttive. Le risposte suggerite ai governi partono dall'obiettivo di superare le conseguenze temporanee dell'epidemia per fare in modo che le condizioni sociali non vengano peggiorate e che il sistema economico possa essere mantenuto integro. Ci sono quindi indicazioni per sospendere alcuni oneri fiscali per le famiglie e altre misure simili per le imprese. Al coordinamento internazionale tra paesi e tra banche centrali sono richiesti sforzi per aumentare gli investimenti e per rendere più favorevoli le condizioni di politica monetaria. Qui intanto il deficit del 2019, malgrado i proclami dal balcone e le maniere forti con l'Europa, se ne è stato buono buono, chiudendo, a conti ora ben fatti dall'Istat, a un livello quasi da virtuosismo rigorista. Vabbè, vuol dire che c'è un po' da spendere in più per il 2020.

  

A proposito delle armi della politica monetaria, chi ne ha le usi. La Bce ne ha un po' meno in questo momento, perché, come dire, ha già dato, ma la Federal Reserve potrebbe invece agire e secondo alcune voci sarebbe pronta a intervenire anche fuori dalle normali scadenze nelle quali è strutturata la sua agenda.

 

 

Ma per fortuna c'è Pimco (uno dei più grandi gestori mondiale di fondi specializzati in reddito fisso, in obbligazionario), che prevede un veloce recupero dopo crisi passeggera.

 

 

Il morbo infuria, il turista manca (anche questa passerà però).

 

  

Avendo voglia e tempo e pazientissimi vicini di cena potete dare uno sguardo a questo studio che Olivier Blanchard si è divertito a ripescare proprio oggi. E' di 25 anni fa e si occupa soprattutto dei problemi della transizione dall'economia pianificata a un modello più aperto con la fine del regime sovietico. Ma, a renderlo attuale, c'è l'argomento della reazione al collasso delle catene produttive e degli approvvigionamenti industriali. 

 

 

Alle primarie democratiche negli USA comincia la partita finale, quella vera, tra Bernie Sanders e Joe Biden. Interessante come entrambi corrano in cerca delle spoglie della campagna di Pete Buttigieg, appena ritiratosi, sperticandosi in lodi e apprezzamenti politici (ma sembrerebbe che politicamente i sostenitori del sindaco Buttegieg siano più affini alle scelte di Biden).

 

 

Conta qualcosa? boh, però a cena citare una Kennedy fa chic.

 

 

Leggere e mettere via, da qui alle elezioni presidenziali di novembre il tema dello electoral college americano può sempre meritare una rispolverata e comunque a cena farete sempre la vostra figura sapendone qualcosa. Lo stesso può dirsi di un appuntamento più vicino, quello col Super Tuesday.

 

 

Ma c'è anche il voto campano, interessante perché si sta spezzettando tutto. con la possibilità di un numero di candidati ben più ampio rispetto agli schieramenti che attualmente dividono maggioranza e opposizione nel governo nazionale.

 

 

Ma a Roma si è votato malgrado la psicosi. Poco, ma si è votato. Però, è tutto vero, l'affluenza è bassa e  non ci si scalda più di tanto per un singolo seggio parlamentare da assegnare, però si può anche osservare che tutti i sondati entusiasti di Lega (anche a Roma) e di Fratelli d'Italia e di Forza Italia non colgono mai l'occasione di una suppletiva per affacciarsi anche fuori dai sondaggi. Per non parlare dei 5 stelle, già trionfatori comunali e ora incapaci di mobilitare più che gli amici del bar.

 

 

Sempre una campionessa nel settore umorismo la sindaca di Roma, mentre il suo movimento scompare dalle evidenze elettorale, rampogna l'eletto Gualtieri, notoriamente anche ministro, e lo incalza perché la fiducia ottenuta dagli elettori romani si trasformi in maggiore attenzione finanziaria per la città.

 

Intanto vanno avanti le crisi, come dire, tradizionali, ma sembra che chi può si approfitti della situazione per forzare un po' la mano.

 

 

O per avere idee interessanti, ma non facili da vendere politicamente.

 

 

Restando un po' più a casa si approfitti per quelle che noi chiamiamo pulizie di Pasqua, ma vanno bene anche adesso. Ascoltiamo la scienza.