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La sfida di Giorgetti e l'addio della Grecia alla Troika. Di cosa parlare stasera a cena

Giuseppe De Filippi

Idee e spunti per sapere quello che succede nel mondo selezionati per voi da Giuseppe De Filippi

Potreste cominciare dalla loquacità e dalla presenza sulla scena del provveditore capo alle opere pubbliche di Liguria, Piemonte e Valle d'Aosta, Roberto Ferrazza. Una figura interessante per capire le stranezze della percezione sulle responsabilità (dirette e indirette) nella tragedia di Genova. Ferrazza è appunto il provveditore, quindi è l'occhio del ministero sulle infrastrutture della zona, è anche l'autore degli studi, allarmanti ma non troppo, di qualche mese fa, e ora è capo della commissione ispettiva. Insomma, tra tante richieste di dimissioni che si sentono  in giro, le sue forse sarebbero suonate tra le più opportune. Invece niente, e dal niente all'applauso, come sapete, ormai il passo brevissimo. Insomma, potreste parlarne a cena, perché davvero c'è qualcosa di sorprendente nella completa e assoluta assoluzione preventiva, da parte dell'opinione pubblica, per le strutture tecniche dello stato, per gli uffici del ministero. Come se dallo stato non ci si aspettasse nulla, mentre allo stato si vuol tornare, in modo fideistico, quando si sceglie di ritornare alla centralità dell'Anas, rifare improbabili mezze-Iri dei trasporti e tutto il resto della nuova moda statalista.

  

Se volete ascoltate anche il racconto degli ultimi mesi alla guida del ministero da parte dell'ex ministro Delrio.

 

Giorgetti è il sottosegretario di potere della Lega e del governo. Ma poi, quando si va a Rimini, ci si fa sempre un po' prendere la mano. E così eccolo a ridisegnare le istituzioni, con un naufragio autoritario più che una deriva, a dire cose toste su Genova ma poi facendo baluginare un desiderio di tarare meglio le misure punitive per Atlantia, e poi sfidare il deficit, con un bello sfondamento del 3 per cento, cioè fuori con l'accuso come si dice a tresette, ovviamente a fin di bene (per il piano straordinario di opere pubbliche).

  

Di Maio ha detto quello che voleva dire e si è preso i suoi applausi. Poi è partito per un breve giro in barca con amici ma passeggiando per Capri sembra dimentico dei pur perentori annunci fatti su Ilva e soprattutto del parere che lui stesso aveva chiesto all'avvocatura dello stato. 

   

La Grecia ha sofferto, certo, questo è indiscutibile. Ma era in situazione disastrata, non poteva più far fronte al funzionamento dell'economia e si era inceppato perfino il sistema dei pagamenti. Otto anni fa era alla paralisi, e gravata da debiti. Ora di debiti ce ne sono ancora, ma sono strutturati in tutt'altro modo, tanto da consentire, quando lo volesse (ora non serve perché ci sono ancora risorse disponibili attraverso vecchi aiuti), di tornare sul mercato dei titoli. Insomma, si riparte e si tenta pure di festeggiare. Mentre per la Turchia i colpi forti arriveranno a partire da domani. Per oggi potete parlarne solo con generica preoccupazione.

 

Il Papa con ancora più decisione contro la pedofilia nella chiesa

 

La storia è triste più che mai, l'espressione di Asia Argento, con quel pugno alzato in segno di chissà cosa, senza convinzione, trascinata e tenuta su, nei giorni ruggenti del #MeToo e della solidarietà mondiale, da una corrente alternata di antipatia. La vicenda che la riguarda è fin troppo schematica, nell'iperpurismo che arriva ad epurarla.

 

Il morbillo va forte, la fiducia nella scienza, e non riusciremo mai a capire perché, va all'indietro.

   

L'arte vissuta davvero e l'opera che attira a sé lo spettatore e lo cattura. Il sogno di ogni artista.