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AirBnB apre agli Hotel: la fine di una lotta di classe

Alessandro Giagnoli

Da quanto AirBnB è entrata nell'uso quotidiano dei viaggiatori, erano molti gli albergatori a sollevare critiche. Ma ora probabilmente le cose cambieranno.

AirBnB nasce nel 2008 dall'idea di affittare la casa dove vivevano i due giovani designers, piccoli affitti per brevi periodi sfruttando gli overbooking degli hotel della loro città. Brian Chesky e Joe Gebbia nel 2008 vivono San Francisco, e quasi per caso mettono su quello che sarebbe stato AirBnB. Dopo quasi un anno che la loro idea diventa un'azienda, rischiano addirittura di fallire e chiudere tutto. Di investitori non se ne vedono e il modello di business non sta funzionando come dovrebbe.

Solo con qualche intuizione di marketing, sono riusciti poi a far decollare l'aziende e diventare oggi un affare da 30 miliardi di dollari.

Le scatole di cereali durante le elezioni USA - https://pando.com/2013/01/10/brian-chesky-i-lived-on-capn-mccains-and-obama-os-got-airbnb-out-of-debt/

Ma il problema da subito si è creato con il rapporto con le strutture ricettive tradizionali, come hotel o alberghi che vedevano in AirBnB un problema competitivo: gli host - le persone che affittano le proprie abitazioni - non sono tenute a tutti i costi e regolamenti che coinvolgno invece le strutture ricettive.

Questo astio non si è mai placato. Almeno fino a qualche giorno fa, da quando AirBnB ha deciso di far entrare nella sua piattaforma anche le strutture ricettive, garantendo in questo modo un potenziale flusso di ospiti che nessun albergatore potrebbe rifiutare.

E la startup da il benvenuto agli hotel nel modo più efficace possibile annunciando un abbattmento delle commissioni rispetto a tutte le varie OTA. Infatti la commissione prevista sembra che sia tra 3% e 5% contro una forbice che va dal 15% al 18% ad esempio con Booking.com

Quella di AirBnB è una entrata decisamente importante nel settore turistico alberghiero, permettendo inoltre agli albergatori di integrare i propri gestionali con la piattaforma e poter in questo modo allineare disponibilità, calendari e non solo.

AirBnB con questa mossa, da nemico si rivelerà un buon partner per il settore? Forse si, forse no.

Chiedendo ad uno degli esperti italiani della disintermediazione turistica, Salvatore Menale di Disintermediando, la risposta è chiara: "A mio avviso non cambierà molto e Booking continuerà ad avere la stessa fetta di mercato con gli hotel.
Airbnb è nato come un portale alternativo, grazie al quale è possibile affittare la propria casa, un maniero, un divano, un'amaca o anche un posto in garage. Anche queste sono difatti esperienze, e non a caso negli ultimi 2 anni AirBnb si è proprio specializzata - a giusta ragione - su di esse.
Un hotel, anche su Airbnb, dovrà praticare un prezzo che rispetti appieno la parity rate, e che dunque dovrà essere uguale a quello praticato sul sito web ufficiale e sulle altre OTA.
Da non dimenticare infine che (ed è quì il nocciolo della questione) le commissioni per gli hotel su Airbnb sono minori perchè le stesse saranno addebitate anche agli utenti finali, cosa di non poco conto."

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