Dalle Fake News alle Fake People, purtroppo io però sono vero

Alessandro Giagnoli

Un indagine di questi giorni mette in luce il fatto che gli utenti online possono non esistere, dalle Fake News ai Fake People.

Questa storia inizia cinque anni fa, quando un aquilano tornando finalmente nella propria casa dopo il devastante terremoto del 2009, scrive su Twitter: "È una notte speciale x me perché stanotte dopo 5 anni dal sisma dormo x la prima volta a casa mia.E mi andava di condividerlo con voi."

Da allora e nel corso del tempo, compaiono su Twitter centinaia di utenti che scrivono esattamente la stessa cosa, rilanciano l'entusiasmo di Antonello Loreto, l'autore del tweet origiale. Tutti tweet troppo identici per passare inosservati e da allora un po per volta, diversi esperti dei social cominciano a indagare, fino ad arrivare a una conclusione (ma che al momento ufficiale non è): finti utenti (anche chiamati bot) che per qualche motivo sono stati creati da una società romana con lo scopo di sembrare reali, ma che scrivono cose come: "dopo 5 anni dal sisma dormo x la prima volta a casa mia.", nel periodo post-ricostruzione della città abruzzese.

Arcangelo Rociola il 30 Dicembre 2017 sul sito di AGI, racconta la storia che sta emergendo, partendo da un'indagine effettuata da David Puente che proprio oggi sul suo blog aggiunge ulteriori dettagli. Tra questi dettagli, purtroppo compaio anche io.

Nel 2009 collaboravo con l'azienda che è sotto i riflettori oggi per questa faccenda degli account fake, a quanto pare utilizzati per parlare bene (sentiment positivo, direbbero gli esperti) della ricostruzione aquilana. In quegli anni, lontano quindi dai fatti che stanno emergendo in questi giorni, mi occupavo di digital marketing all'interno di quel team.

David Puente, cercando associazioni tra gli account fake e l'azienda, posta uno screenshot del team e in diversi mi hanno segnalato che tra quelle foto, ahimè, ci sono anche io.

Ovviamente sono completamente estraneo ai fatti interrompendo la collaborazione oltre un anno prima dei fatti che stanno emergendo. E nonostante i dati riportati da Puente, da buon garantista non condanno nessuno finché tutto non sarà chiarito.

Questa storia, a parte il riferimento personale, può far capire come oggi sia possibile generare "sentiment online" su fatti di cronaca, politici, sportivi e qualsiasi altro tema sociale. Anche quando centinaia, se non migliaia di account social esistono solo per generare un determinato sentimento - dietro compenso? da chi? - che viene poi rilevato da sondaggisti o strumenti di analisi, siamo di fronte all'ennesima forma di doping dell'informazione. 

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