Inganni artistici
Esporre di nascosto le proprie opere in una mostra è (talvolta) gesto artistico
Il caso del quadro appeso da un dipendete del museo a Monaco di Baviera. L'ultimo di una lunga serie di interventi "abusivi" dell'arte
Siamo nei primi anni del '900 e in occasione del celebre Salon d’Automne di Parigi, Medardo Rosso era solito allestire le proprie sculture nelle sale di pittura, così da offrire un confronto diretto con Renoir e Cezanne. La rifrazione della luce sulla superficie, la frontalità, il punto di vista unico che presenta un dipinto erano caratteristiche essenziali nell’innovativa ricerca scultorea di Rosso. Grazie a questi gesti che si ribellavano alla severa divisione per sale di pittura e di scultura, abbiamo poche ma significative fotografie di confronto diretto tra i due medium, inscenate dall’artista italiano.
Rosso non è l’unico a essersi sostituito ai curatori, muovendo a suo piacimento opere all’interno di un museo, anche se quanto successo pochi giorni fa a Monaco di Baviera è per motivi meno nobili, e comunque non legati alla ricerca intrinseca dell’opera, alla sue possibili forme vitali, ma nella ricerca di future opportunità. I visitatori della Pinakothek der Moderne di Monaco vengono per ammirare i tesori modernisti di Picasso, Franz Marc, Oskar Schlemmer e simili. Ma questo mese, alcuni hanno potuto vedere il lavoro di un dipendente del museo, apparentemente appeso senza autorizzazione alle pareti accanto a capolavori del 20esimo secolo. La Süddeutsche Zeitung ha riferito che nemmeno il museo è sicuro di quanto tempo l’opera sia rimasta sul muro.
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