Pinacoteca Monaco di Baviera - foto via Getty Imaes

Bandiera Bianca

Il dipendente di un museo che ha appeso un proprio quadro su una parete vuota

Antonio Gurrado

Alla Pinacoteca di Arte Moderna di Monaco di Baviera un lavoratore, approfittando di un muro spoglio, ha appeso un quadro dipinto da lui. È stato rimosso, nell'indifferenza più totale. Peccato: l'artista avrebbe dovuto puntare sulla performance

Narra la Süddeutche Zeitung che, alla Pinakothek der Moderne di Monaco di Baviera, fra i Picasso e i Klee è apparsa una nuova opera: l’ha appesa un dipendente della galleria, approfittando di una parete libera per esporre agli occhi dei visitatori il quadro che riteneva il proprio capolavoro. La sua speranza era che il pubblico restasse abbagliato da tanta bellezza e gridasse entusiasta per la scoperta; oppure che la sua opera potesse passare inosservata fra le altre, capolavoro fra i capolavori. Purtroppo per l’impiegato con ambizioni artistiche, dopo qualche ora, l’incongrua esposizione è stata notata e rimossa senza che nessuno si stracciasse le vesti per l’incommensurabile perdita o temesse di star sbarazzandosi di un Picasso o un Klee malriposto. Mannaggia.
 

Sorge però il sospetto che il volenteroso dipendente abbia sbagliato a puntare sull’arte figurativa. Se infatti, anziché cercare di piazzare la solita crosta da dopolavorista, avesse detto che produrre un quadro brutto, intrufolarlo in uno dei più grandi musei del mondo, appenderlo su una parete a caso, aspettare che qualcuno lo scoprisse e farsi licenziare era tutta una performance, sarebbe stato salutato come il degno erede di un Joseph Beuys o di una Marina Abramovic.

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