Gilet e serotonina

“Dietro le proteste dei contadini francesi c'è la fine di un mondo”. Intervista a Onfray

Giulio Meotti

“Gli agricoltori sono il simbolo del vecchio mondo cancellato dalla postmodernità. Rappresentano una virtù dimenticata: la dignità”, dice il filosofo conservatore di sinistra

Nel suo romanzo pubblicato nel 2019, “Serotonina”, Michel Houellebecq racconta una rivolta contadina sfociata nel blocco delle strade e in uno scontro violento con la polizia. Il continuo incontro e rimando tra l’attualità e i romanzi di Houellebecq gli ha dato l’immagine di una Cassandra. Houellebecq descrive la fine di un mondo, la rabbia di chi è incatenato a una terra che non lo nutre più e la disperazione di chi è indebitato, la fine di un mondo preso in ostaggio, indebolito, invecchiato, desueto, che corre verso la propria rovina.

 
Negli ultimi giorni, gli agricoltori hanno bloccato le strade nel sud della Francia. Il Rassemblement national di Marine Le Pen vuole sfruttare la retorica di chi si sente abbandonato dalle élite di Bruxelles e Parigi. La rivista “Front Populaire” del filosofo conservatore di sinistra Michel Onfray è un po’ il portabandiera di questo mondo. “Rappresentano una virtù dimenticata, un valore ereditato dal Virgilio delle ‘Georgiche’ e che la nostra epoca non comprende più, se non disprezza: la dignità” spiega Onfray al Foglio, che esce in Italia con il libro “Anima” e “Il pensiero post nazista” (entrambi Ponte alle Grazie, in Francia con “Patience dans les ruines”). 

   

“I contadini incarnano l’opposto di certi abitanti delle periferie: sono laboriosi, dignitosi e retti”, continua il filosofo Michel Onfray al Foglio. “Vogliono vivere del loro lavoro senza chiedere l’elemosina, senza ricevere sussidi o assegni, non vogliono essere assistiti. Non approfittano del sistema. Rispettano la legge. Lavorano incessantemente e dipendono dai capricci del clima - siccità, inondazioni, gelo, grandine - che possono cancellare il lavoro di una stagione e rovinarli. Per questo sono umili. Se sono disposti a rispettare le leggi della natura, non vogliono che la burocrazia europeista si aggiunga ai disastri naturali con i suoi diktat, i suoi regolamenti e la sua ideologia ecologista, che li rovina nel corpo, nel cuore e nell'anima”. 

   
Onfray parla di un “progetto globale per la società”. “È il progetto post-cristiano esemplificato da Elon Musk: l’artificializzazione dell’agricoltura, l’abolizione degli allevamenti in nome del benessere degli animali - ideologia veicolata da vegani e vegetariani - e la produzione di carne cellulare attraverso la clonazione di cellule animali con centrifughe, computer, frigoriferi e altri strumenti altamente inquinanti. A medio termine, l’obiettivo è quello di cementificare la terra, cancellare le piccole aziende agricole, eliminare il contadino di un tempo e puntare su alimenti prodotti in fabbrica. Anche l’installazione di turbine eoliche e pannelli solari contribuisce all’abbandono dei terreni agricoli. Il cosiddetto progressismo sta lavorando per realizzare questo nuovo mondo molto reale”. 

   
Il vecchio modo di vivere e lavorare è destinato a essere cancellato dalla postmodernità? “Sì. È già finito da quando il trattore ha sostituito il cavallo da aratro. Virgilio è vissuto fino al 6 giugno 1944, data in cui, con lo sbarco del D-Day, gli americani portarono con sé, oltre ai carri armati, una miriade di attrezzature agricole - fienili, trattori, falciatrici, mietitrici, imballatrici, aratri semoventi e seminatrici. A lungo termine, la carne non avrà più molto a che fare con i pascoli, le stalle, il foraggio, il fieno e la mungitura, ma tutto a che fare con le cellule clonate in laboratorio: l’entrecote e l’arrosto saranno sostituiti da carne tumorale, cancri da mangiare, in altre parole carne cellulare su cui gli investitori tech stanno lavorando”.

     
Ma non riguarda, agli occhi di Onfray, solo i campi. “Sì, è un mondo che si è aperto con l'agricoltura oltre diecimila anni fa nella Mezzaluna Fertile e che è scomparso con la prima bistecca di carne sintetica mangiata a Londra il 5 agosto 2013, quasi un decennio fa. Il creatore di questo cancro gastronomico, Mark Post, era un professore olandese di fisiologia vascolare di... Maastricht. Non si possono inventare queste cose”.

  • Giulio Meotti
  • Giulio Meotti è giornalista de «Il Foglio» dal 2003. È autore di numerosi libri, fra cui Non smetteremo di danzare. Le storie mai raccontate dei martiri di Israele (Premio Capalbio); Hanno ucciso Charlie Hebdo; La fine dell’Europa (Premio Capri); Israele. L’ultimo Stato europeo; Il suicidio della cultura occidentale; La tomba di Dio; Notre Dame brucia; L’Ultimo Papa d’Occidente? e L’Europa senza ebrei.