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Il ritratto

Cormac McCarthy diede per persa la battaglia contro quelli meno bravi di lui

Mariarosa Mancuso

Mai i punti di sospensione e solo qualche rara virgola. Non si dava la pena di indicare con chiarezza chi era a parlare e se il lettore si distrae peggio per lui: ecco chi era lo scrittore curioso e solitario scomparso martedì

Giuseppe Tomasi di Lampedusa distingueva tra scrittori grassi e scrittori magri. I barocchi generosi di parole, e quelli a cui non si può togliere nulla, sulla pagina c’è solo l’essenziale. Cormac McCarthy più che magro era scheletrico. Anche nella punteggiatura. Ammetteva il punto fermo e qualche rara virgola. Niente virgolette, detestava “quei segnetti di mosca”. Odiava sopra ogni cosa i punti e virgola (per inciso e tra parentesi, attirandoci i fulmini postumi dello scrittore, la questione è stata a lungo dibattuta tra me e Giuliano Ferrara, che i punti e virgola li usa da maestro anche su WhatsApp). Guai alle virgolette, e ai due punti per introdurre il discorso diretto. Neppure si dava la pena di indicare con chiarezza chi era a parlare. Se il lettore si distrae, peggio per lui – lo sa bene chi ha letto La strada il romanzo che nel 2006 vinse il premio Pulitzer e fece circolare il nome di Cormac McCarthy fuori dalla cerchia degli orfani di William Faulkner. Assieme a Non è un paese per vecchi, poi diventato un bellissimo film dei fratelli Coen.

 

La strada racconta un padre e un figlio, lo scenario è post apocalittico. Non sappiamo cosa sia successo, sappiamo che i sopravvissuti sono pochi – e spesso pericolosi. Padre e figlio avanzano con un carrello del supermercato dove tengono le loro cose, e una cerata per coprirsi la notte. La madre si è suicidata. Non sopportava di “fare cerimonie con il nulla” – insomma: quel che regge la nostra società, e che il padre continua e praticare, anche se c’è poco da trasmettere. Sono parole definitive contro l’illusione dell’autenticità, della vita felice con poco, a contatto con la natura accogliente. E della differenza tra maschi e femmine. Gli orfani di William Faulkner, dicevamo. Perché il Cormac McCarthy degli inizi era molto diverso. Collegato in linea diretta con la grande tradizione americana, oltre a Faulkner, Herman Melville e Flannery O’Connor. Con la forza e il peso delle parole bibliche e i temi ricorrenti dell’avventura e del male, in Meridiano di sangue e nella Trilogia della frontiera.

 

Scrittore dalla vita solitaria – anche se le cronache riferiscono di tre mogli, e un figlio piccolo avuto in tarda età che con le sue domande aveva fatto scoccare la scintilla per scrivere La strada – partecipò al programma televisivo di Oprah Winfrey perché lei glielo aveva chiesto. Senza farsi spaventare dalla fama dello scrittore selvatico e tanto povero che si lavava i denti con i campioncini di dentifricio. Negli ultimi anni si era appassionato alla scienza, lo si trovava spesso al Santa Fe Institute. Curiosava, e continuava la sua battaglia con un manuale di scrittura a uso degli scienziati, dando per persa la guerra con gli scrittori dilettanti, o anche solo meno bravi di lui. Mai puntini di sospensione. Mai punti esclamativi.

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