il dibattito

"I boicottaggi intellettuali favoriscono l'ignoranza". La riposta di Keret a Rooney

Redazione

Lo scrittore e regista israeliano interviene sulla scelta dell'autrice di non concedere i diritti di traduzione della sua ultima opera in ebraico. "Il compito della scrittura è insegnare e sostenere, non punire e boicottare"

“Il compito della scrittura è insegnare e sostenere, non punire e boicottare”. È gentile, ma ferma e non priva di sorpresa la risposta dello scrittore e regista israeliano Etgar Keret, pubblicata oggi sul Corriere della Sera, alla scelta della scrittrice Sally Rooney di non permettere, per il momento, la traduzione in ebraico della sua ultima opera, “Beautiful world, where are you?”.

 

La giovane autrice irlandese non ha concesso alla casa editrice israeliana Modan i diritti per la traduzione per via del proprio sostegno al movimento Bds (Boycott, divestment and sanctions), impegnato dal 2005 in azioni contro “l’occupazione militare e il regime di apartheid” nei territori palestinesi. Il risultato è che, per ora, il libro non uscirà in Israele.

 

 

Malgrado i suoi primi due lavori, “Conversations with friends” e “Normal Person” (entrambi editi in Italia da Einaudi) siano stati commercializzati nel paese senza problemi, Rooney, in passato definitasi “marxista”, ha fatto sapere in una nota di non poter “accettare un nuovo contratto con una società che non prenda pubblicamente le distanze dalla segregazione nei confronti dei palestinesi e che non sostenga i diritti di quel popolo, sanciti dall’Onu”. L'inedita presa di posizione ha innescato un intenso dibattito in tutto il mondo.

 

Nel suo intervento, Keret sottolinea come “il potere della letteratura di modificare la coscienza” abbia “sempre minacciato i regimi oppressivi”, mentre “i boicottaggi intellettuali e culturali sostengono le forze dominanti che favoriscono l’ignoranza”

 

“Rooney, così acuta e intelligente, rappresenta il pensiero dei millennial e della nuova sinistra”– continua l’autore nel suo appassionato elogio della libera circolazione delle idee – e “la pubblicazione del suo libro in ebraico avrebbe rafforzato la debole sinistra del mio Paese, fornendo argomentazioni e distinzioni che avrebbero reso un buon servizio a entrambi”. 

 

In fondo, “il motivo per cui tutti scriviamo è permettere a chiunque ci legga di provare cosa significa essere noi e rendersi conto che i fatti possono essere recepiti anche da una diversa prospettiva”. In conclusione, “la letteratura è come un animale selvatico, destinato a vagabondare imbattendosi in chiunque desideri incontrarlo”, ragion per cui “non è opportuno limitare il tragitto della sua influenza con steccati e muri”

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