Louis Ferdinand Celine (foto Wikipedia)

Che meraviglia il ritrovamento dei manoscritti di Céline rubati nel 1944

Mauro Zanon

Gli inediti, i manoscritti, le lettere e le fotografie raccolte dall'ex giornalista di Liberation Thibaudat, donate da un personaggio misterioso

I celinomani, anche quelli più romantici, avevano  perso le speranze: i manoscritti inediti di Louis-Ferdinand Céline, scomparsi nel 1944, o meglio rubati allo scrittore francese nel suo appartamento di Montmartre quando fuggì in Germania in seguito alla liberazione della Francia, sono stati inghiottiti dalla storia, non riappariranno mai più. E invece, in circostanze degne di un romanzo poliziesco, è avvenuta la resurrezione di questi archivi dal valore inestimabile, migliaia di pagine scritte a mano da Céline e consegnate da un misterioso personaggio al critico teatrale ed ex giornalista di Libération Jean-Pierre Thibaudat. “Diversi anni fa, un lettore di Libération mi ha chiamato dicendomi che voleva darmi dei documenti. Il giorno dell’appuntamento, è arrivato con dei sacchi enormi che contenevano dei manoscritti. Erano di Louis-Ferdinand Céline. Me li ha consegnati ponendo una sola condizione: non renderli pubblici prima della morte di Lucette Destouches, poiché, essendo di sinistra, non voleva ‘arricchire’ la moglie dello scrittore”, ha rivelato Thibaudat al Monde. 

 

Il donatore, la cui identità non è stata rivelata dal critico teatrale, non ha chiesto alcuna ricompensa in cambio dei preziosi cimeli: soltanto il rispetto degli accordi. Thibaudat è stato di parola e ha preso contatto con l’avvocato parigino Emmanuel Pierrat, specialista del mondo dell’editoria, solo dopo la morte della vedova di Céline, avvenuta l’8 novembre 2019. “C’erano migliaia di pagine, un po’ alla rinfusa,  ho avuto bisogno di un mese esclusivamente per catalogarle”, ha raccontato Thibaudat. Alcuni fogli erano consumati dall’umidità, ma con grande pazienza, nel corso degli anni, ha trascritto tutto, senza dire niente a nessuno. “Si trovano diversi blocchi inediti di capitale importanza”, ha spiegato al Monde Thibaudat: “In una lettera al suo editore Robert Denoël, datata 16 luglio 1934, Céline diceva di lavorare a un progetto diviso in tre parti: ‘Infanzia, Guerra, Londra’. Ha trattato l’infanzia in ‘Morte a credito’, la prima guerra mondiale all’inizio di ‘Viaggio al termine della notte’ e Londra in ‘Guignol’s band’. Ma i manoscritti ritrovati sembrano essere dei progetti distinti, che potrebbero essere destinati a questo trittico”.

Ci sono  sei capitoli inediti sulla guerra. Ferdinand, alter ego di Céline, viene ferito sul campo di battaglia, poi trasportato dagli inglesi a Ypres, in Belgio. Lì, in ospedale, osserva i giochi lubrichi di un’infermiera, Mademoiselle Lespinasse, con la quale avrà un’avventura. Come riportato dal Monde, i biografi dello scrittore francese sostengono che lo stesso Céline abbia avuto una figlia nascosta con un’infermiera dell’ospedale di Hazenbrouck (nord della Francia), Alice David. I capitoli successivi mostrano Ferdinand assieme a una prostituta di nome Angela. Nell’ultima scena, Ferdinand è a bordo di una barca che abbandona le coste francesi per raggiungere Londra: esattamente come fece Céline nel 1915. 

Tra le scoperte più preziose, figurano altri due manoscritti: il primo è un romanzo in tre parti intitolato “Londres”, un viaggio nel milieu dei prosseneti londinesi; il secondo è un romanzo anch’esso inedito di cui fino a oggi si conoscevano soltanto pochi capitoli, “Casse-Pipe”. “Cronologicamente, è il libro mancante tra ‘Morte a credito’ e ‘Viaggio al termine della notte’. Tanto per rendersi conto dell’importanza. Céline vi traspone la sua vita al 12° reggimento corazzieri di Rambouillet in cui era entrato nel 1912”, riporta il Monde. Negli archivi, sono presenti un altro racconto mai pubblicato e intitolato “La Vielle dégoûtante” e numerosi ricordi personali di Céline: fotografie della figlia Colette, scritti sulla medicina, lettere a varie donne e al suo editore, nonché una corrispondenza con lo scrittore e intellettuale di estrema destra Robert Brasillach