“La marchesa di O…” e "Michael Kolhaas”. Ecco il terzo volume della collana “Libri proibiti”

Mariarosa Mancuso

La nuova uscita della Piccola biblioteca del pensiero cancellato. Dal 7 agosto in edicola con il Foglio due racconti di Heinrich von Kleist

Pubblichiamo la prefazione di Mariarosa Mancuso a “La marchesa di O…” di Heinrich von Kleist, che insieme al “Michael Kolhaas”, l’altro grande racconto dello scrittore romantico tedesco, costituisce la terza uscita della nostra Libreria del pensiero cancellato. Il volume con i due racconti sarà in vendita in abbinamento con il Foglio a partire dal 7 agosto a 4,50€ (più il prezzo del quotidiano).

 


 

“Mio Dio, sono incinta!” disse la marchesa. “Chi è stato?”. Era un mini-racconto che circolava quando con la letteratura giocavamo, senza trarne lezioni morali o codici di comportamento. Molto meno triste della storia minima attribuita a Ernest Hemingway, sei parole per una tragedia: “For sale: baby shoes, never worn” – vendesi scarpine da neonato, mai indossate.

 

E’ anche un fedele riassunto di La marchesa di O..., scritto da Heinrich von Kleist nel 1808: una vedova, di eccellente reputazione e madre di fanciulli ben educati, rende noto attraverso i giornali la sua gravidanza, e promette di sposare chi si presenterà dichiarandosi padre del nascituro. Viveva la Marchesa una vita virtuosa nella fortezza comandata dal padre, generale dell’esercito. Ma con i russi alle porte, nessuno può stare tranquillo. Meno che mai una signora. I fucilieri nemici mollano le armi e cercano di violentare la Marchesa, aggiungendo gesti osceni. Le domestiche si danno alla fuga. Sta per succedere il peggio, quando un ufficiale russo, che alla Marchesa pare un angelo caduto dal cielo, disperde la marmaglia. Le parla addirittura in francese, un attimo prima che lei svenga. Viene convocato dal genitore generale per i ringraziamenti di rito. E la denuncia dei colpevoli, che sostiene non aver riconosciuto. Primo sassolino nell’ingranaggio.

 

Forse sapete come va a finire la storia, per il film che ne ha tratto nel 1976 Eric Rohmer, La marquise d’O, con Edith Clever e Bruno Ganz. Se non lo sapete, la lettura del racconto sarà di gran diletto, anche se alla parola “stupro” ormai vorrebbero farci scagliare il libro a distanza di sicurezza, orripilati. Al rogo, anche. La marchesa comincia a soffrire di capogiri, nausee, svenimenti improvvisi. La diagnosi del medico è prevedibile, ma lei crede che sia uno scherzo di cattivo gusto. Viene cacciata di casa dal padre generale, per indegnità – la lettera è “dettata”, per segnare una distanza già irrimediabile. Il fratello la ripudia. Minacciano di levarle i figli. Poche pagine smaglianti, non prive di ironia.

 


 

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