Tutto quel che avreste voluto sapere sui complotti e sui complottisti

Mariarosa Mancuso

Grazie ad un lavoro certosino e a una gran pazienza, Errico Buonanno compila l'enciclopedia delle teorie cospirative. Il risultato, edito da Utet, ci ricorda perché è sempre meglio fuggire dalle dietrologie

Non abbiamo mai creduto ai complotti, per semplici e banalissimi motivi. Il disordine, o perlomeno il margine di errore, che regna nel mondo. La fatica che serve per portare a termine qualsiasi cosa, se deve essere sbrigata da più di una persona. Aggiungiamo che un segreto rischia di non essere tale, se lo sanno due persone che a loro volta lo riveleranno solo a una persona di assoluta fiducia, facendosi promettere che non lo dirà a nessuno. Basta qualche giorno e lo sanno tutti. Date queste premesse, un complotto non potrà mai funzionare: i sacrifici con sangue di innocenti alla Casa Bianca sarebbero messi a rischio dal personale di servizio incaricato di ripulire.

Siccome il rasoio di Occam (lo strumento filosofico che impone di non complicare le cose semplici) di questi tempi è pochissimo popolare, le teorie del complotto invece di diminuire aumentano. E son sempre più fantasiose. Al confronto, quelle che il tassista Mel Gibson raccontava ai suoi clienti nel film di Richard Donner “Ipotesi di complotto” (1997) vanno ormai considerate “classiche”: gli Ufo, gli extraterrestri tra noi, la microspia nell’otturazione dentale, la piramide con l’occhio di Horus sul dollaro americano. Errico Buonanno si era occupato in “Sarà vero” di “Falsi, sospetti e bufale che hanno fatto la storia” – e in un altro libretto delle fake news attorno al Natale. “Non ce lo dicono” è il titolo del suo ultimo libro, edito da Utet

Tutto quel che avreste voluto sapere sui complotti, dagli Illuminati di Baviera (nato come controcomplotto contro i gesuiti, da un professore tedesco che a metà Settecento non riusciva a fare carriera e cercava un capro espiatorio, mica poteva essere solo colpa sua) al Covid-19. La più recente, ma sicuramente non l’ultima, palestra per esercitare l’immaginazione da feuilleton: le cose non succedono, semplicemente. E’ colpa dei poteri forti in generale e di Bill Gates in particolare: aveva parlato di una futura pandemia quindi “sapeva”. E dal sapere al provocare (per suoi loschi scopi, farci diventare mutanti o impiantarci microchip nel cervello) il passo è breve. QAnon lo sa, e condivide con il popolo incazzato la sua sapienza.

La struttura è sempre la stessa, scrive Errico Buonanno che chiude “Non ce lo dicono” con 35 pagine tra note e indice dei nomi. Lavoro certosino, non tutte le teorie del complotto sono divertenti come quella riguardante i “Teletubbies”, programma televisivo britannico per i bambini sotto i sei anni (e incomprensibile a chi abbia superato l’età). Pupazzetti in tutina colorata, con una tv nella pancia e le antenne in testa. Winky è vestito di viola e ha una borsetta, segno sicuro che si stanno indottrinando i bambini con le teorie del gender. Non tutte sono pop come la teoria dei Rettiliani, pare uscita dalla serie “Visitors”: un giorno o l’altro si toglieranno la maschera, riveleranno la loro vera natura di lucertoloni verdi e conquisteranno la terra. Nell’ottica perversa, già il nome Draghi non lascia tranquilli chi sa leggere i segnali, e quindi afferra le cose che non vogliono dire. Del resto, c’è gente convinta che la casa editrice Adelphi sia la porta aperta dall’Anticristo. Più o meno le stesse accuse rivolte ai Puffi e ai Pokémon, che sarebbero 150 angeli caduti dal cielo, ognuno con un particolare potere. 

Fuggire, fuggire subito appena si prospetta un tentativo di dietrologia. Come “sputtaniamolitutti”, una delle pagine Facebook di Francesco Gangemi, che da solo fece di Taurianova la capitale delle bufale italiane: un centinaio tra account e siti web, con cui metteva insieme 600 euro al mese. Forte di una sola intuizione: le notizie vere non portano clic.

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