(foto LaPresse)

Sono le due di pomeriggio e c'è da sanificare Georges Simenon

David Allegranti

La fase 2 delle librerie: dopo la lunga chiusura, si torna fra gli scaffali con Amuchina e guanti di plastica

Roma. “Il negozio chiuderà dalle 14 alle 15 per la sanificazione dei locali”, dice il cartello davanti alla Feltrinelli di largo Torre Argentina, dove uno entra e gli cospargono le mani di Amuchina, pure se ha già i guanti perché d’altronde anche i guanti medesimi potrebbero essere sporchi. Il combinato è più che disposto: o guanti su guanti, o Amuchina su guanti. In definitiva, senza guanti non s’entra (la mascherina la si dà già per indossata), men che meno senza Amuchina, e va bene così. Meno bene essere accolti dal libro delle sardine per Einaudi – uscito poco prima del lockdown, a marzo, e poi inabissatosi insieme alle sardine stesse – che ti tende un agguato alla prima colonna di volumi. Ma ci sono da recuperare due mesi di vendite di libri di carta, mentre quelle degli ebook volano ma non bastano, ed è comprensibilmente un casino per tutti gli autori usciti prima della sospensione delle pubblicazioni. Per dire, Alcide Pierantozzi è stato mandato al fronte in libreria il 18 marzo con “L’inconveniente di essere amati” per Bompiani, a cinque anni di distanza dall’uscita del suo libro precedente. Sicché, non sarà aprile il mese più crudele, ma maggio, visto che il tappo libererà qualsiasi cosa: il 14 arriva l’autobiografia di Woody Allen per la Nave di Teseo, anticipata in ebook a marzo. Non sarà l’unico. Secondo i dati delle associazioni di categoria, le novità in uscita bloccate sono 12.500 e i titoli in meno da tradurre saranno 2.900. Qualche ottimista dirà: meglio, ci eviteremo le schifezze.

 

La fase 2 delle librerie, si capisce anche dalla Feltrinelli di Torre Argentina, dove i locali vengono disinfettati due volte al giorno e le casse sono protette da pannelli in plexiglass – l’Amuchina è di nuovo lì, accanto alla cassa – è un gigantesco e diffuso settore ortofrutta della fase zero, quando era normale trovare insieme alle mele e all’insalata i sacchetti di plastica per pesare la merce e i guanti per non spargere germi. La contagiosità del Covid è una manna per gli ossessivo-compulsivi che finalmente possono vedere un mondo a misura loro, tra accurati lavaggi di mani e disinfezioni di oggetti (i fan di Glee ricorderanno Emma Pillsbury, una che pulisce l’uva un acino alla volta). Una manna per chi il distanziamento sociale lo pratica d’abitudine e compra su Amazon, fra i vari motivi, anche per non dover incontrare gente in giro ed evitare di chiedere ai commessi dove si trova Shirley Jackson (nell’horror). Tuttavia, in questa fase 2 ossessivo-compulsiva e vagamente sociopatica, mentre c’è gente uscita di casa dopo due mesi che chiacchiererebbe anche con il muro, i commessi sono felicemente sbrigativi con chi si mette a ciarlare mentre paga. “Mi scusi, ci sono persone in fila”, dice la commessa di Feltrinelli mentre un ragazzo molto affettato nei modi sta per avviare un tentativo di dialogo sui massimi sistemi. E uno dirà: vabbè ma fra agguati di sardine e sanificazioni, questo ritorno in libreria è una sontuosa rottura di scatole, meglio Amazon. Laddove solo da pochi giorni le consegne hanno ricominciato ad acquisire senso telematico (compri oggi per avere domani) e dove per due mesi, invece, i tempi sono stati dilatati per dare priorità a cose che però non erano più sul mercato già dalla prima settimana di lockdown. Sui dischi invece i tempi di consegna sono ancora lunghi, su Amazon ordini oggi e ti arriva a fine mese. Di conseguenza anche il più pigro degli aspiranti runner andrà di corsa a comprare un disco dei Mumford & Sons nel seminterrato della Feltrinelli di Torre Argentina senza attendere Spotify o i fattorini di Jeff Bezos. Sempre che cerchi roba vecchia, perché il tappo sulle novità c’è anche sulla musica. La differenza è che un disco in streaming è ben più fruibile di un libro in ebook. Resta il fatto che pubblicare un album in un periodo in cui non puoi organizzare incontri con i fan nei negozi o concerti è rischioso. Eppoi vuoi mettere la bellezza di un cd o di un vinile. Tuttavia, c’è anche chi ha sfidato la sorte del Covid e ha fatto uscire il disco proprio adesso. Come Ghemon. Scommessa vinta, per ora: l’album “Scritto nelle stelle” è stato il secondo più venduto in Italia questa settimana e il primo nei vinili, secondo la classifica della Fimi. “Stappo una boccia di champagne per il pericolo scampato”, canta Ghemon. Ma sono quasi le due e bisogna uscire. C’è da pagare Georges Simenon e lasciare spazio ai sanificatori.

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  • David Allegranti, fiorentino, 1984. Al Foglio si occupa di politica. In redazione dal 2016. È diventato giornalista professionista al Corriere Fiorentino. Ha scritto per Vanity Fair e per Panorama. Ha lavorato in tv, a Gazebo (RaiTre) e La Gabbia (La7). Ha scritto cinque libri: Matteo Renzi, il rottamatore del Pd (2011, Vallecchi), The Boy (2014, Marsilio), Siena Brucia (2015, Laterza), Matteo Le Pen (2016, Fandango), Come si diventa leghisti (2019, Utet). Interista. Premio Ghinetti giovani 2012. Nel 2020 ha vinto il premio Biagio Agnes categoria Under 40. Su Twitter è @davidallegranti.