Federico Moccia (Foto LaPresse)

3 metri su Rousseau

Simonetta Sciandivasci

Moccia scriverà il suo prossimo romanzo con i lettori. E’ la letteratura diretta, bellezza

Dal 25 luglio chiunque voglia può provare a scrivere il nuovo libro di Federico Moccia, che si chiamerà “La ragazza di Roma Nord” (speriamo partecipi Paradiso dei The Giornalisti, massimo cultore della materia). C’è tempo fino al 31 ottobre: si va sul sito “Il cantiere delle storie”, creato da SEM, la casa editrice che pubblicherà il libro, si legge un estratto del romanzo, e ci si “aggancia” con una poesia, o un racconto, o fate voi, è la casa delle libertà, l’importante è che non sfori le seimila battute, si invia e si aspetta il 16 novembre, quando si saprà quali sono le otto storie selezionate che, firmate, compariranno nel romanzo.

 

Moccia ha detto che la cosa che più gli piace quando incontra i suoi lettori è che molti gli raccontano delle storie e ora è arrivato il momento di dar loro un’occasione di pubblicarle. Meno male che siamo già il paese dove scrivono libri anche gli analfabeti, altrimenti il danno culturale dell’autore da dieci milioni di copie vendute che ti dice che se hai una storia significa che sei scrittore (che è una morte un po’ peggiore di “per diventare scrittore devi leggere tanto”) sarebbe stato piuttosto invasivo. Riccardo Cavallero, CEO di SEM, ha detto che questo “esperimento inedito” (veramente, “Completa la storia e metti il titolo” è un esercizio assai diffuso nella scuola primaria) serve a “innovare il mercato editoriale che sembra sempre più arroccato a difesa di un mondo che non può più essere”. Arroccato? Sul serio? Amici editori, sono anni che torturate la letteratura con ibridi e ridicolaggini, che tutte le volte spacciate per la presa del Palazzo d’Inverno (non vedete che è disabitato?). Le innovazioni sono idee, e non disperate iniziative assessorili per riempire la piazza e conquistare primati.

 

Sembra ieri (ed era ieri) che avversavamo i libri scritti raccogliendo status di Facebook o i reality per scrittori. Ci sembravano la negazione della letteratura, ma la letteratura poi cos’è, dicevamo poi davanti al successo di quegli zibaldoni minori, che adesso ci sembrano normali, dopotutto non hanno ammazzato né scrittori, né lettori, né niente e nessuno. Inutili, si sono rivelati, come devono essere i libri, e innocui, come non dovrebbero essere i libri. E “La ragazza di Roma Nord” resterà in questo solco. Se stiamo qui a parlarne, però, è perché ha evidentemente i tratti e i caratteri e le ambizioni del sacro blog, è il Rousseau della letteratura, è l’idea che partecipare sia tutto e, meglio, che i propositivi possano fare tutto per il semplice fatto di essere propositivi (e non importa con quale sostanza, obiettivo, contezza, capacità). La democrazia diretta fa la sua pesca a strascico, ci rende referendaristi da divano, elettori da telecomando, legislatori da status, e adesso anche scrittori da concorso online.

  

“Agganciati” a 20 righe di Moccia e scrivi un libro con lui, chi siamo noi per dire che in te non abita il nuovo Stefano Benni, chi siamo noi per importi di non disintermediare non solo tra editore e mercato, come fa chi si autopubblica, ma pure tra scrittore e lettore, al punto da invertirne i ruoli, mischiarli, e fare dei libri un lavoro collettivo, nel quale lo scrittore diventa catalizzatore, e i suoi libri fucine di talenti ai quali, altrimenti, nessuno darebbe una chance (per quel che vale, l’attenzione delle case editrici italiane per gli esordienti non è mai stata tanto alta come in questo momento, ma vuoi mettere mandare seimila battute a Moccia e firmare il suo romanzo con lo spaccarsi la testa per finire un manoscritto).

 

La storia a cui ogni italiano in età scolare può dare un contributo per quest’opera cantieristica e musiva è questa: Simone parte da Napoli e va a Verona per fare una sorpresa alla sua Claudia. Vuole chiederle di sposarlo. In treno, però, conosce una ragazza di Roma Nord molto affascinante, che scende a Firenze e gli dà quasi un bacio sulla quasi bocca. A Verona, Simone capisce che Claudia ha un altro e quindi risale sul treno e naturalmente va a Verona in cerca della ragazza di Roma Nord. Fatevi avanti, italiani o italofoni, e dateci il grande romanzo della letteratura diretta, sotto il sole di Riccione.