Editoriali
San Giorgio e altri draghi da sconfiggere
Il ponte di Genova è un’impresa eccezionale. Ma serve trasformare la normalità
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Si fa presto a dire Genova
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Il ponte di Genova, cronistoria di un'impasse populista
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Due soluzioni alternative alla revoca per chiudere con i Benetton
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Ponte di Genova, dal crollo alla rinascita (14 agosto 2018 - 3 agosto 2020)
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Genova per noi
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L'impresa eccezionale di Marco Bucci a Genova
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“Il mio regalo blu alla Roma post Covid”
L’inaugurazione di oggi, presente Sergio Mattarella, del ponte di San Giorgio a Genova, dopo la demolizione dei tronconi del ponte Morandi e una ricostruzione portate a termine in tempi rapidi, nonostante l’intervenuta pandemia, rappresentano una ragione di orgoglio per Genova e per l’Italia. Oggi è stato un buon giorno da festeggiare, e il nostro giornale si è speso più volte per sottolineare la positività – per un paese sempre bloccato – di quanto è stato fatto. Ci si può dunque permettere qualche osservazione che vada al di là della unanime soddisfazione. C’è ad esempio l’ombra non piccola delle tergiversazioni sull’inaugurazione, dovute alla cattiva coscienza dei Cinque stelle – quelli che volevano punire i colpevoli senza se e senza ma – nel contenzioso con la società Autostrade. E anche nel governo si è assistito a uno scontro tra populisti e realisti.
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