Il presidente del Consiglio Conte in Libia (foto LaPresse)

Conte teme “una crisi umanitaria” in Libia

Redazione

Tutto quello che è successo martedì in Italia e nel mondo senza fronzoli e divagazioni

DALL'ITALIA

  

Il premier Conte teme “una crisi umanitaria” in Libia. “Siamo preoccupati per l’escalation militare”, ha detto il presidente del Consiglio al Senato: “Ciò che succede in Libia non avrà alcuna conseguenza sui flussi migratori”. Il governo ha nominato i viceministri al Mef, Laura Castelli e Massimo Garavaglia, commissari alla spending review.

 

Il governo si è riunito a Reggio Calabria e ha approvato il decreto Sblocca cantieri.


 

La crisi demografica peggiora le finanze pubbliche, secondo un rapporto di Moody’s sulla demografia in Italia. “La recente decisione del governo di capovolgere alcuni importanti aspetti delle precedenti riforme delle pensioni aumenterà le pressioni sui conti pubblici del paese”.


  

Scontro tra Mediaset e Vivendi. Al gruppo francese non è stato concesso di votare in assemblea la modifica dello statuto sul voto maggiorato che rafforza Fininvest .


 

Il M5s “critica” e “insulta” i giornalisti, scrive l’ong Reporter senza frontiere nel suo rapporto annuale.


 

Borsa di Milano. Ftse-Mib -0,20 per cento. Differenziale Btp-Bund a 256 punti. L’euro chiude in ribasso a 1,12 sul dollaro.

 

DAL MONDO

   

Vladimir Putin e Kim Jong un si incontreranno entro fine mese. Ieri Mosca ha confermato che il leader nordcoreano visiterà la Russia su invito del capo del Cremlino. Il presidente russo poi ha in programma un viaggio in Cina e per questo, secondo alcuni media, l’incontro potrebbe tenersi nella città portuale di Vladivostok.

 

La Corea del nord ha detto di aver testato un nuovo missile. E’ il primo test che viene effettuato dopo il fallimento dell’incontro tra Donald Trump e Kim Jong un.


 

Kiev non riceverà più il petrolio russo. Nel decreto firmato ieri del primo ministro russo Dmitri Medvedev viene bloccato l’export anche del carbone verso l’Ucraina dal primo giugno.


  

Il dibattito in tv in Spagna si farà il 23 aprile, data proposta dal premier socialista Pedro Sánchez. La decisione ha generato grandi polemiche e non tutti i candidati potrebbero essere presenti.


   

A New York è stato fermato un uomo che cercava di entrare nella cattedrale di San Patrizio con delle taniche di benzina e un accendino.

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