Foto LaPresse

Mancini ct dell'Italia e i problemi sui negoziati della Brexit. Le notizie del giorno in breve

Redazione

Tutto quello che è successo lunedì in Italia e nel mondo senza fronzoli, fuffa e divagazioni 

DALL'ITALIA

   

Sergio Mattarella concede altro tempo alla Lega e al M5s per trovare un accordo sul governo. Il presidente della Repubblica, dopo aver ricevuto le delegazioni delle due formazioni al Quirinale ha accolto la richiesta dei due leader, che non hanno ancora trovato un’intesa sul programma e sul premier. La Lega sottoporrà l’accordo di governo col M5s al voto degli elettori, allestendo dei gazebo il 19 e 20 maggio prossimi.


“Il M5s non deve puntare sull’onestà, ma sull’autonomia”. E’ questo l’ordine che sarebbe arrivato agli attivisti grillini della Valle d’Aosta da Roma.


Ai domiciliari Antonello Montante, ex presidente di Sicindustria e delegato legalità di Confindustria, con l’accusa di associazione a delinquere e corruzione. Indagate altre 22 persone, tra cui Renato Schifani.


Domani è la scadenza per la rottamazione delle cartelle esattoriali.


Roberto Mancini è il nuovo ct della Nazionale. L’ex tecnico dello Zenit ha firmato il contratto a Roma.


Borsa di Milano. Ftse-Mib +0,26 per cento. Differenziale Btp-Bund a 129,40 punti. L’euro chiude in calo a 1,19 sul dollaro.

   

DAL MONDO

  

Quim Torra è il nuovo presidente della Catalogna. Il suo nome era stato proposto da Carles Puigdemont, l’ex presidente della Generalitat in esilio in Germania. Il leader indipendentista è stato eletto dal Parlament di Barcellona con 66 voti a favore, 65 contrari e 4 astenuti.


Barnier teme il fallimento delle trattative per l’uscita del Regno Unito dall’Unione europea. Il caponegoziatore per la Brexit ha detto che non sono stati compiuti progressi significativi. La Commissione europea ha deciso di escludere Londra da Galileo, il nuovo progetto di navigazione satellitare.


In Indonesia c’è stato un altro attentato. Due moto bomba sono esplose davanti a un commissariato a Surabaya.


Berlino vuole più spesa militare ed entro il 2025 intende destinare l’1,5 per cento del pil alla Nato.


In Iraq vince la coalizione Sa’irun formata da sei partiti e guidata dallo sciita Moqtada al Sadr.