Maltempo in Emilia-Romagna: evacuazioni per fiumi in piena nel Ravennate, ma l'allerta scende
Dopo le forti piogge delle ultime ore restano elevati i livelli di Senio e Lamone. Evacuazioni preventive in diversi comuni, ma nessun danno grave. Attenzione ancora alta, ma il maltempo è in attenuazione: l’allerta passa da rossa ad arancione
L’Emilia-Romagna continua a fare i conti con una fase di maltempo intenso che sta costringendo diversi comuni ad adottare misure straordinarie di prevenzione. È stato un Natale di preoccupazione per tante famiglie, periodicamente costrette a fare i conti con le piene dei fiumi. La situazione più delicata si registra nel Ravennate, dove i livelli di Senio e Lamone restano elevati dopo le forti piogge delle ultime ore e mantengono alto il rischio di esondazioni. Secondo gli aggiornamenti diffusi dalla Regione e dalla Protezione civile, le precipitazioni cumulative hanno raggiunto in alcune aree valori prossimi ai 200 millimetri in 48 ore, facendo superare in vari punti le soglie di allerta idrometrica. Nonostante ieri fosse stata diramata un’allerta rossa per il rischio di alluvioni non ci sono stati danni particolari né vittime. Dopo le forti piogge delle ultime ore, le precipitazioni si sono attenuate, elemento che ha portato la protezione civile a declassare per oggi l'allerta da rossa ad arancione.
Il fiume Senio ha oltrepassato la soglia rossa in più tratti del suo corso, in particolare tra Cotignola e Castel Bolognese, mentre il Lamone e alcuni suoi affluenti, come il Marzeno, mostrano livelli in crescita che vengono costantemente monitorati. In ogni caso i fiumi non hanno tracimato dagli argini. Sebbene al momento i corsi d’acqua siano rimasti all’interno degli argini principali, la prolungata permanenza sopra le soglie critiche aumenta il rischio di cedimenti e filtrazioni, soprattutto nelle zone già fragili dal punto di vista idraulico. Tuttavia è piovuto più di quanto era stato previsto, soprattutto in collina. Per questo i picchi di piena saranno più impegnativi di quanto inizialmente ipotizzato. Alla luce di questo quadro, diversi sindaci del Ravennate hanno disposto evacuazioni preventive nelle aree più esposte, invitando i residenti che vivono in prossimità dei fiumi a lasciare temporaneamente le abitazioni o a trasferirsi ai piani superiori. Sono stati attivati centri di accoglienza per gli sfollati e rafforzata la presenza dei volontari della Protezione civile sul territorio, mentre il Centro operativo regionale resta attivo 24 ore su 24 per coordinare gli interventi e il flusso di informazioni tra comuni, prefetture e Regione.
Le piogge più intense risultano in attenuazione, ma le piene sono ancora in transito lungo i corsi d’acqua della pianura romagnola. Per questo motivo le autorità invitano la popolazione alla massima prudenza e a seguire esclusivamente le comunicazioni ufficiali. L’allerta resta elevata, anche alla luce delle esperienze recenti che hanno colpito duramente il territorio emiliano-romagnolo, confermando come eventi di questo tipo siano sempre più frequenti e richiedano un’attenzione costante. Le prossime ore saranno decisive per capire se il livello dei fiumi inizierà a calare in modo stabile o se saranno necessarie ulteriori misure di emergenza.
I precedenti
Il timore che accompagna queste ore è legato anche ai precedenti recenti. Nel maggio 2023 la regione fu travolta da piogge eccezionali, con quantità di acqua pari a quasi metà della precipitazione annua in pochi giorni, che portarono allo straripamento di 23 fiumi e all’allagamento di vaste aree tra Bologna, Ravenna, Forlì-Cesena e Rimini. Quel disastro provocò almeno 15 vittime, migliaia di sfollati e danni enormi all’agricoltura, alle infrastrutture e alle abitazioni, con stime complessive dei danni superiori a 10 miliardi di euro e decine di migliaia di persone costrette a lasciare le proprie case. Proprio il Lamone era esondato in più punti, allagando vaste aree del Faentino e del Ravennate. Nell’autunno del 2024, il territorio fu nuovamente colpito da piogge intense legate al ciclone “Boris”, con precipitazioni eccezionali – in alcuni bacini oltre 360 mm in 48 ore, la quantità più alta registrata dal 1961 – e fenomeni di esondazione tra Faenza e Castel Bolognese con migliaia di sfollati e allagamenti significativi di campagne e centri abitati.