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Il blitz

Askatasuna sgomberato a Torino. Piantedosi: "Dallo stato un segnale chiaro"

Le forze dell'ordine hanno perquisito e sequestrato l'edificio occupato dagli antagonisti che hanno assaltato La Stampa. Il sindaco Lo Russo: "Il patto di collaborazione è cessato"

All'alba di questa mattina a Torino c'è stato un blitz delle forze dell'ordine al centro sociale Askatasuna. La digos della questura cittadina, con il supporto dei reparti mobili, della polizia, dei carabinieri e della guardia di finanza, ha effettuato le perquisizioni sia all'interno dell'edificio occupato dal 1996 sia nelle abitazioni di militanti del centro sociale e di appartenenti a collettivi studenteschi, al termine delle quali il centro sociale è stato sgomberato e sequestrato. L'operazione sarebbe collegata all'inchiesta sugli assalti avvenuti nei mesi scorsi nel corso di alcune manifestazioni pro Pal, il primo dei quali alle Officine grandi riparazioni (Ogr) durante l’Italian Tech Week, poi alla sede di Leonardo e l'ultimo alla redazione del quotidiano La Stampa, durante il quale gli antagonisti chiedevano la liberazione dell'imam di Torino Mohamed Shahin. Sui social il ministro dell'Interno Matteo Piantedosi ha commentato: ''Sgomberato il centro sociale Askatasuna di Torino. Dallo Stato un segnale chiaro: non ci deve essere spazio per la violenza nel nostro Paese''. 

 

 

Per motivi di ordine pubblico, sono state chiuse per due giorni tre scuole del quartiere: una scuola dell’infanzia, una primaria e un nido. All'arrivo delle forze dell'ordine, all'interno dell'edificio sono stati trovati sei attivisti che dormivano al terzo piano, e proprio questa circostanza ha spinto il sindaco Stefano Lo Russo a mettere fine al patto di collaborazione con il centro sociale che prevedeva l'utilizzo del solo piano terra. Gli altri tre piani dell'edificio erano stati dichiarati inagibili e tra le clausole per il mantenimento del patto c'era proprio il divieto di utilizzarli. L'obiettivo del patto di collaborazione era quello di trasformare Askatasuna in bene comune: "La prefettura di Torino ha comunicato l'accertamento della violazione delle prescrizioni relative all'interdizione all'accesso ai locali di corso Regina Margherita 47. Tale situazione configura un mancato rispetto delle condizioni del patto di collaborazione che pertanto è cessato, come comunicato ai proponenti". L'operazione è avvenuta pochi giorni dopo il cambio al vertice della questura di Torino: con Paolo Sirna che si trasferisce a dirigere la questura di Reggio Calabria sostituito dal questore di Bari Massimo Gambino.

 

 

E proprio sul patto di collaborazione tra il centro sociale e la città di Torino è intervenuto Paolo Zangrillo, ministro della Pubblica amministrazione che, come aveva già detto al Foglio, ribadisce la legittimità dello sgombero di Askatasuna: "Quel già assurdo patto di collaborazione siglato con il comune è stato un'altra volta apertamente violato. Lo stato non tratta con chi considera le regole un optional". Il ministro poi conclude: "L'imbarazzante gestione della questione da parte del comune e del sindaco ha, com'era ovvio, portato soltanto a una perdita di tempo". In una nota, il responsabile sicurezza del Partito democratico, il deputato Matteo Mauri, non parla del sequestro di Askatasuna, ma chiede al ministro dell'Interno "quando assisteremo allo sgombero di CasaPound a Roma? Il Partito democratico denuncia con forza i doppi standard nella gestione della legalità: mentre le occupazioni dei centri sociali vengono sgomberate rapidamente, CasaPound mantiene da oltre vent'anni una sede illegale in un palazzo pubblico in una zona centrale di Roma". Intanto attraverso i loro canali social, gli attivisti hanno comunicato che faranno un presidio alle 18 davanti allo stabile per protestare contro l'operazione di polizia.