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Cronistoria

Non solo La Stampa. Tutti gli assalti degli antagonisti a Torino

Redazione

Nell'ultimo anno, i pro Pal hanno organizzato manifestazioni in giro per la città, bloccando strade e interrompendo manifestazioni pubbliche. In un'altra occasione si erano verificati gesti violenti, fino all'irruzione nella sede del quotidiano torinese

Manifestazioni pro Pal in giro per la città, contestazioni nelle aule universitarie e assalti alle redazioni. Torino è stata la prima città a fondare un "Salotto sionista d'Italia", ma un secolo dopo, l'ambiente culturale sembra completamente cambiato. Venerdì alcuni attivisti pro Gaza hanno fatto irruzione nella sede torinese de La Stampa, cospargendo letame vicino ai cancelli del palazzo e buttando a terra – in una redazione deserta per via dello sciopero dei giornalisti – giornali e fogli, per poi imbrattare i muri dell'ufficio con due scritte: “Fuck Stampa" e Free Shahin”, l'imam che a Torino aveva definito l'attacco del 7 ottobre “un atto di resistenza, avvenuto dopo anni di occupazione”. Questo assalto non è il primo gesto violento attribuibile a pro Pal, antagonisti, anarchici e attivisti del centro sociale Askatasuna che si verifica nel capoluogo piemontese quest'anno. 

 

L'11 marzo ci sono stati momenti di tensione all'Università di Torino, dov'è saltato (per motivi di procedura) l'incontro organizzato dall'Unione dei giovani ebrei d'Italia (Ugei), dal titolo "Contro l'antisemitismo e la violenza nelle università", che si sarebbe dovuto tenere al Campus Einaudi. All'università si è tenuta una manifestazione in cui, secondo quanto dichiarato dal presidente dell'Ugei Luca Spizzichino, i pro Pal "hanno disegnato sul volantino della loro conferenza tre triangoli rovesciati, chiaro simbolo di Hamas, tradizionalmente utilizzato per segnalare obiettivi militari da colpire. Questo vuol dire che noi siamo un bersaglio". Il 24 aprile, invece, il giorno prima della festa della Liberazione, i centri sociali e gli attivisti pro Pal hanno provocato disordini in città e alcuni partiti, come Italia Viva e +Europa, hanno denunciato aggressioni ai propri militanti solo perché portavano bandiere dell'Unione europea e dell'Ucraina.

 

Neanche un mese dopo, il 15 maggio, per la giornata inaugurale del Salone del libro di Torino, il comitato locale "Torino per Gaza" aveva organizzato un sit in  in occasione della presentazione del libro di Nathan Greppi "La cultura dell’odio". All'evento era in programma anche il dibattito con il presidente della Comunità ebraica di Torino, Dario Disegni, che è saltato a causa delle tensioni. Una manciata di attivisti hanno prima steso per terra una bandiera palestinese, si sono seduti in semicerchio e hanno gridato "in silenzio per Gaza". Poi alcuni di loro hanno preso a calci il cancello, cercando di entrare dentro al Salone, ma sono stati respinti dalle forze dell'ordine. Nello stesso giorno, solo qualche ora prima, un gruppo di pro Pal ha interrotto, al grido "se non cambierà, Intifada pure qua!", la presentazione dell'Unione dei giovani ebrei e di altre organizzazioni studentesche dal titolo "Il manifesto nazionale per il diritto allo studio – per l’università come luogo di dialogo, di democrazia e di contrasto all’antisemitismo", dove erano presenti anche relatori di religione ebraica, al Campus Luigi Einaudi dell’Università di Torino.

 

Il 10 settembre, dopo un tentativo di boicottaggio della Global Sumud Flotilla avvenuto in Tunisia, un gruppo di attivisti pro Pal ha mandato in tilt i mezzi pubblici di Torino: i manifestanti, che, secondo le ricostruzioni, avrebbero fatto parte del presidio permanente di piazza Castello, si sono seduti in mezzo alla carreggiata con bandiere palestinesi, intonando cori contro Israele. Sempre in mattinata è scattata l'occupazione dei giardini del Campus Einaudi di Torino su iniziativa del collettivo Cambiare Rotta. L'Organizzazione giovanile comunista qualche giorno dopo, il 16 settembre, ha interrotto una lezione del professore dell'Università israeliana di Braude, Pini Zorea, al Politecnico di Torino contestando le finalità di controllo delle tecnologie di riconoscimento facciale. "Non metteremo le nostre competenze al servizio della sorveglianza e della repressione", hanno attaccato. Il professore è stato poi sospeso dall’attività didattica per aver dichiarato in aula che "l’esercito israeliano è il più corretto del mondo".

 

A fine settembre, invece, l’Ugei ha segnalato gravi episodi di antisemitismo contro studenti ebrei e israeliani iscritti all’Università di Torino. E ha riportato alcune frasi e minacce che sembra siano state loro rivolte: "Completare il lavoro di Hitler", "gli ebrei sono come cani". Il caso è nato da un servizio di Quarta Repubblica nel quale uno studente israeliano, mantenendo l’anonimato, ha accusato alcuni studenti filopalestinesi di "andare a cercare gli ebrei" all’interno dell’università. L'ateneo ha risposto con una nota in cui condanna ogni forma di antisemitismo: "L’Università di Torino ha avviato un’indagine interna, in collaborazione con le autorità competenti, e ribadisce la propria ferma e inequivocabile condanna di ogni forma di antisemitismo, violenza, odio e discriminazione, in qualunque contesto si manifestino". Il 29 settembre, quando la flotilla era a Creta e la portavoce torinese Maria Elena Delia era rientrata in Italia per dialogare con le istituzioni, un gruppo di pro Pal ha invece fatto irruzione in Consiglio comunale interrompendo la riunione al grido di "Palestina libera” e “Israele terrorista”. 

 

Il 2 ottobre in tutte le principali città italiane c'è stata una giornata di mobilitazione in solidarietà con la flotilla che in quelle ore, dopo aver forzato il blocco navale, era stata intercettata dalle navi israeliane. A Torino una frangia radicale si è staccata dal corteo pro Palestina e ha fatto irruzione nelle Officine grandi riparazioni (Ogr) di corso Castelfidardo, dove in quei giorni si stava tenendo l’Italian Tech Week. Sono stati danneggiati maxi-schermi, sedie e tavoli, rotti monitor e vetri, lanciati fumogeni e minacciati giornalisti che stavano documentando l’azione. Un altro gruppo invece si è diretto allo stabilimento Leonardo per fare irruzione nello spiazzo dell’azienda ma, trovando lì le forze dell’ordine, ha iniziato a lanciare oggetti danneggiando le auto dei dipendenti che erano parcheggiate lì. Nello stesso giorno, circa settanta manifestanti hanno raggiunto in bicicletta la tangenziale Nord e forzato le reti dell’aeroporto di Caselle, entrando nella pista. La settimana prima alcune centinaia di manifestanti avevano bloccato i binari della stazione ferroviaria di Porta Susa, in centro città, a sostegno della popolazione palestinese e della flotilla.

 

Infine, il 7 ottobre, giorno dell'anniversario dell'attentato di Hamas, alcune centinaia di manifestanti pro Palestina sono scesi in piazza anche se le manifestazioni erano state vietate. Nel capoluogo piemontese, in Piazza Castello per la precisione, sono stati esposti striscioni e volantini che riportavano slogan come “Viva il 7 ottobre, viva la resistenza palestinese”. 

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