
antisemitismo
Elie, aggredito in autogrill perché ebreo. Aperta un'indagine per percosse aggravate dall'odio razziale
Padre francese con kippah e figlio di 6 anni insultati e malmenati in un’area di sosta alle porte di Milano. E l’Olanda vieta l'ingresso ai ministri israeliani
La violenza subìta da una famiglia ebrea in un’area di sosta a Lainate, alle porte di Milano, riporta in primo piano il tema della riemersione dell'antisemitismo in Europa. Domenica 27 luglio, in un’area di servizio sull’autostrada Milano–Laghi, una famiglia francese è stata circondata, insultata e aggredita da un gruppo di individui. Il bersaglio principale era Elie, 52 anni, che indossava la kippah e viaggiava con il figlio di sei anni e altri parenti.
Secondo il racconto fornito al Corriere della Sera, tutto è iniziato quando un giovane, vedendolo alla cassa, ha urlato “Free Palestine, Palestina libera” e “Assassini”. In pochi istanti altre persone si sono unite al coro. “Non pensavo potesse accadere a me — soprattutto in Italia, che credevo un paese tollerante, dove sentirsi al sicuro”, ha detto Elie al quotidiano di via Solferino. La situazione è precipitata quando, per proteggere il figlio e al tempo stesso documentare l’accaduto, l’uomo ha iniziato a filmare con il cellulare. Scendendo al piano inferiore dell’autogrill, dove si trovano i bagni, è stato nuovamente accerchiato: una decina di persone gli ha intimato di cancellare il video. Al suo rifiuto, tre aggressori lo hanno spintonato e strattonato; uno ha tentato di colpirlo al volto. “Sono finito a terra, ho sentito calci e insulti, qualcuno urlava parole arabe”, ha raccontato. Nella confusione ha perso di vista il figlio, poi ritrovato in braccio a una donna che lo aveva messo al sicuro in un angolo. Solo gridando “Police! Police!” è riuscito a interrompere la violenza.
La polizia stradale è intervenuta pochi minuti dopo, raccogliendo la denuncia e avviando le indagini. La Procura di Milano ha aperto un'inchiesta contro ignoti con l'accusa di percosse aggravate dall'odio razziale. La digos sta visionando i filmati di sorveglianza e quelli registrati dalla stessa vittima. Tuttavia, Elie ha lamentato un atteggiamento di minimizzazione: “Ho avuto l’impressione che gli agenti considerassero normale quello che mi era accaduto”, ha detto al Corriere. La famiglia è poi ripartita per la Francia, profondamente scossa.
Intanto l’Olanda dichiara “personae non gratae” due ministri israeliani
L’aggressione avviene in un momento di forte polarizzazione legato alla guerra a Gaza e alle tensioni israelo-palestinesi. Oggi l’Olanda ha adottato una misura diplomatica senza precedenti: ha dichiarato “personae non gratae” i ministri israeliani Bezalel Smotrich (Finanze) e Itamar Ben Gvir (Sicurezza nazionale), accusandoli di aver incitato alla violenza dei coloni contro i palestinesi e di invocare la “pulizia etnica” della Striscia di Gaza.
Il ministro degli Esteri olandese Caspar Valdekamp, in una lettera al Parlamento, ha parlato di situazione “intollerabile e indifendibile”, annunciando anche pressioni a Bruxelles per sospendere i benefici commerciali tra Ue e Israele e per valutare limitazioni alle importazioni dai territori occupati.
Da Israele, la reazione è stata durissima: Smotrich ha accusato l’Europa di “cedere all’Islam radicale” e di riprodurre atteggiamenti che già nel secolo scorso avevano reso l’Europa insicura per gli ebrei. “Continuerò a fare ciò che ho sempre fatto, anche se dovessi mettermi contro il mondo intero”, ha detto.
Le reazioni della politica italiana all'aggressione di Lainate
La notizia dell’aggressione di Lainate ha generato sdegno bipartisan. Il presidente del Senato Ignazio La Russa ha definito l’episodio “inquietante e inaccettabile”, esprimendo solidarietà alla famiglia e, in particolare, al bambino testimone diretto della violenza. “Un atto vile e ignobile che colpisce la coscienza civile del oaese”, ha detto.
Il deputato del Pd Piero Fassino ha sottolineato “l’allarmante diffusione di pulsioni antiebraiche e odio antisemita” e ha sollecitato un impegno concreto contro l’hate speech. Dalla comunità ebraica di Milano, il presidente Walker Meghnagi ha parlato di “pericolosissimo rigurgito di antisemitismo” e ha invitato la politica a “fermare il clima d’odio alimentato anche da certa comunicazione irresponsabile”.
Noemi Di Segni, presidente dell’Unione delle comunità ebraiche italiane, ha avvertito: “Se una famiglia non può muoversi liberamente in uno spazio pubblico, significa che la legittimazione all’odio è diventata virale”. Duro anche l’intervento del movimento Sinistra per Israele, che ha ribadito come “ogni silenzio equivalga a complicità” davanti a simili episodi.
Le indagini
La Procura di Milano ha aperto un'inchiesta contro ignoti con l'accusa di percosse aggravate dall'odio razziale. Dell'indagine si occupa il pm Eugenio Fusco. Gli investigatori stanno cercando di risalire all’identità degli aggressori attraverso le testimonianze, i video dell’autogrill e le riprese dello smartphone dell'uomo aggredito. Alcuni degli assalitori sarebbero di origine araba, ma la presenza di italiani è confermata. Si valuta anche la possibile matrice organizzata dell’aggressione. Il caso riporta al centro la questione della sicurezza delle comunità ebraiche in Europa: tra episodi di odio sui social e aggressioni fisiche, cresce la percezione di vulnerabilità. L’antisemitismo torna a bussare alle porte del continente.