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l'incidente di bargi

Suviana e gli appalti: la tragedia di trarre conclusioni affrettate

Maria Carla Sicilia

La procura di Bologna ha aperto un'indagine contro ignoti per disastro colposo e omicidio colposo mentre la polemica politica si concentra sull'affidamento esterno dei lavori da parte di Enel. "Siamo molto severi con questa azienda, ma questa non è un' attività a medio o basso valore affidata alla ditta qualsiasi", dice Testa (Cisl)

La tragedia di Suviana non ha ancora spiegazioni, l’unica cosa certa per il momento è che il numero delle vittime è destinato ad aumentare perché la ricerca dei dispersi non ha ancora prodotto risultati. L’area ha subito un’esplosione, un incendio, un crollo e poi un allagamento, hanno spiegato i Vigili del Fuoco. Sarebbe un miracolo se i quattro operai non ancora rintracciati fossero vivi. 

Le domande a cui rispondere per chiarire le cause dell’esplosione della turbina in fase di collaudo nella centrale Enel sono ancora tante e la procura di Bologna ha aperto un fascicolo contro ignoti per disastro colposo e omicidio colposo. Ma nel frattempo gli appalti sono diventati il capro espiatorio di queste ore. “La vicenda di Suviana è un problema di mancata prevenzione, un problema legato all’appalto. Ma qui c’è un tema più specifico che è quello delle aziende pubbliche o comunque partecipate e del loro modello di business”, ha detto ieri il deputato del Pd Andrea Orlando. L’ex ministro del Lavoro non è l’unico tra gli esponenti delle opposizioni che ha pavlovianamente sollevato la questione, associando l’incidente della centrale idroelettrica di Bargi a quanto successo il 30 agosto a Brandizzo, quando un treno ha investito e ucciso cinque operai di una ditta appaltatrice esterna di Rete ferroviaria italiana (Rfi).  Ma in questo tipo di cantieri l’alta professionalizzazione degli operai – anche se provenienti da ditte esterne – è un requisito fondamentale secondo tutti i tecnici sentiti dal Foglio.

Come ha spiegato ieri da Suviano l’amministratore delegato di Enel Green Power, Salvatore Bernabei, i lavori che hanno interessato anche la turbina che ha causato l’esplosione facevano parte di attività programmate iniziate a settembre 2022. “Per effettuare questi lavori abbiamo scelto alcune tra le migliori ditte del settore”, ha detto Bernabei: “Parliamo di Siemens, Abb e Voith, sinonimo di prestigio a livello globale”. In particolare, i lavori riguardavano attività di revamping dell’impianto idroelettrico: si tratta di un aggiornamento tecnologico che ha interessato due gruppi della centrale. Nel primo le attività erano terminate, mentre nel secondo gruppo erano in corso le prove di collaudo proprio martedì. Secondo diversi sindacati ed esperti, non è anomalo che Enel ricorra a ditte come Siemens, Abb e Voith per operazioni come queste che riguardano componenti dell’impianto che Enel non produce. Non è escluso che le stesse aziende possano essersi rivolte ad altri specialisti e al momento da nessuna delle tre sono state fornite spiegazioni. Quel che è certo, secondo le informazioni diffuse dalla prefettura di Bologna, è che tra i quattro dispersi ci sia un dipendente di Abb e uno di Enel Green Power. Gli altri due lavoravano invece entrambi in subappalto per ditte terze: Voith Hydro e Lab Engineering. Non è chiaro per quali ditte lavorassero i tre operai di cui sono stati trovati i corpi martedì, mentre nell’impianto al momento dell’incidente erano presenti anche altri dipendenti Enel che di norma non presidiano la centrale, normalmente telecontrollata. “Questi lavori sulle turbine, sugli alternatori sono sempre stati fatti in parte da personale interno in parte esterno perché quest’ultimo ha specificità professionali”, ha detto ieri da Suviana Amedeo Testa, segretario generale nazionale Cisl settore elettrico.

Da mesi Cgil, Cisl e Uil hanno aperto una vertenza con Enel che riguarda anche il tema delle esternalizzazioni: secondo i sindacati l’azienda usa i subappalti anche per attività core, attività centrali come distribuzione e produzione di energia per cui dovrebbe mantenere al suo interno le professionalità che servono. Esiste quindi un fronte di confronto e discussione sollevato a riguardo ben prima dell’incidente di martedì:  il pensiero condiviso dei sindacati è che rivolgersi a ditte esterne può fare perdere livelli di qualità e la capacità di controllo sulla filiera. Ma in questo caso, spiega Testa, è meglio evitare di essere precipitosi. “Questo è un caso certamente grave ma non si tratta di una attività a medio o basso valore affidata alla ditta qualsiasi. Qui c’erano professionisti molto importanti, gli stessi che avevano costruito la turbina e stavano facendo i normali controlli perché era a loro che competevano. Siamo molto severi con questa azienda e siamo in sciopero, come detto, ma qui c’è da attendere”. Una linea prudente, ignorata evidentemente da chi con meno competenze ha invece già tratto affrettate conclusioni. 
 

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  • Maria Carla Sicilia
  • Nata a Cosenza nel 1988, vive a Roma da più di dieci anni. Ogni anno pensa che andrà via dalla città delle buche e del Colosseo, ma finora ha sempre trovato buoni motivi per restare. Uno di questi è il Foglio, dove ha iniziato a lavorare nel 2017. Oggi si occupa del coordinamento del Foglio.it.