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Dopo 63 anni Corrado Augias lascia la Rai: "Non mi piace, troppi favoritismi"

L'annuncio del conduttore in un'intervista al Corriere della Sera: "Approderò a La7 e parlerò di cultura". Il programma debutterà a dicembre

La Rai perde una perde un altro nome di punta. Dopo sessantatré anni Corrado Augias lascerà il servizio pubblico per approdare a La7. Lo ha annunciato in un'intervista ad Aldo Cazzullo sul Corriere della Sera: "Dopo anni ho ceduto al corteggiamento di Urbano Cairo e al direttore di Andrea Salerno". Lo ha fatto, dice, per "il gusto della sfida". Condurrà un programma culturale dal titolo La Torre di Babele: "Un’ora di TV, dopo Lilli Gruber. – spiega Augias – Ci sarà uno spirito-guida, un ospite ad alto livello". Il primo sarà Alessandro Barbero.

In Rai "nessuno mi ha cacciato", continua, ma: "A 88 anni e mezzo devo lavorare in posti e con persone che mi piacciono; e questa RAI non mi piace. C'è troppa improvvisazione, oltre a troppi favoritismi. La TV è un medium delicatissimo. Deve suscitare simpatia, nel senso alto dell’espressione". È entrato nel servizio pubblico nel 1960, attraverso il concorso, arrivando "quinto su 110". È stato inviato a New York nel 1964 e tra i fondatori di Rai Tre: "Mi chiamò Angelo Guglielmi. L’idea era di Lio Beghin, padovano geniale: contaminare la TV con il telefono. Nacquero così 'Telefono giallo' e 'Linea rovente', affidata a Giuliano Ferrara".

Augias è l'ultimo grande nome che lascia "tele-Meloni", ma solo in ordine di tempo. Prima di lui Fabio Fazio, Lucia Annunziata e Bianca Berlinguer. Il giornalista ha definito la premier "intelligente" ma "prigioniera del suo passato". Secondo il conduttore "lei vorrebbe davvero costruire un partito conservatore, ma non le riesce, per colpa dei camerati che la bloccano con cento impacci. Per Giorgia non ho simpatia politica, ma ho simpatia umana. Ha un cattivo carattere, che l’ha aiutata ad arrivare fin lì, ma ora rischia di perderla. Dovrebbe reprimerlo".

Augias ha anticipato di cosa tratterà il suo programma: "Su La7 parlerò di cultura. Cosa fece Fabiano Fabiani, quando Bernabei lo mandò via dalla direzione del telegiornale perché troppo di sinistra? Si fece nominare alla direzione centrale dei programmi culturali, che neppure esisteva. Fabiano, gli dissero, lì non c’è niente. E lui: 'C’è tutto, perché tutto è cultura'". Il programma debutterà il prossimo dicembre

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