Foto Ansa

Un alert finto per un terremoto vero. Il debutto in Toscana di IT-alert

Andrea Trapani

Il nuovo sistema nazionale di allarme pubblico per dare informazione diretta ai cittadini in caso di gravi emergenze ha fatto il primo test oggi in Toscana. Dopo pochi minuti la terra ha tremato davvero

Puntuale, perfino troppo, il primo test di IT-alert, il nuovo sistema nazionale di allarme pubblico di cui si sta dotando l’Italia per l'informazione diretta alla popolazione in caso di gravi emergenze imminenti o in corso. L’appuntamento, in agenda da settimane, prevedeva per oggi il coinvolgimento della regione Toscana e delle aree limitrofe per verificare le funzionalità e le criticità del sistema. Una prima con tanto di sorpresa, la realtà spesso supera ogni programmazione. Il terremoto è arrivato davvero.

 

Come funziona IT-alert

Come è possibile avvertire un’intera regione con un solo avviso? Una domanda lecita che trova una risposta nelle attuali tecnologie. IT-alert utilizza la tecnologia cell-broadcast che consente di inviare messaggi a un gruppo di celle telefoniche geograficamente vicine, capaci di delimitare un’area il più possibile corrispondente a quella interessata dall’emergenza. Il cell-broadcast non è una vera e propria novità, esiste dai tempi del Gsm (ricordate le tariffe City?) e funziona anche in casi di campo limitato o in casi di saturazione della banda telefonica e non ha alcuna ripercussione sui livelli di privacy impostati. Un connubio perfetto con gli smartphone moderni che, da tempo, hanno integrato la possibilità di attivare automaticamente allarmi per le calamità pubbliche. Certo, neanche in questo caso sono mancati all’appello i primi complottisti, una specie di “negazionisti” delle emergenze, ma in questi tempi non si può fare affidamento sulla risposta razionale del pubblico. Anche perché, campagne contrarie a parte, le potenzialità di IT-alert, una volta operative, consentiranno di raggiungere chiunque si trovi nella zona interessata da un evento calamitoso con informazioni sulla situazione di pericolo reale o potenziale, purché abbia il telefono acceso e connesso alla rete di telefonia mobile. Mica poco.

  

L’alert finto durante un terremoto vero

I toscani sono stati i primi a sperimentare il servizio: a mezzogiorno i cellulari di tutta la regione hanno iniziato a squillare con il messaggio di avviso. Certo, la Toscana ha un carattere particolare e scherzoso tanto che qualcuno - già alle 12:03! - si stava lamentando di non aver ricevuto alcun segnale di allerta.

 

 

    

Il sistema ha qualche limite oggettivo: infatti, è possibile che in aree senza copertura il messaggio non venga recapitato o che l’uso di una vecchia versione del sistema operativo possa comportare problemi nella ricezione. Poi c’è la realtà: alle 12:19 una scossa di terremoto di magnitudo 3.7, con epicentro a Poggibonsi, è stata avvertita tra le province di Siena, Firenze e Arezzo. Insomma, nel bel mezzo del test, si è verificata una potenziale emergenza da affrontare. La buona notizia è che non ci sono stati danni, solo per precauzione a Siena è stata disposta la chiusura dei musei comunali per le intere giornate di oggi e domani. Finita la paura, è stato il momento dei social dove gli utenti si sono alternati tra chi si complimentava per il tempismo, davvero impensabile alla vigilia, e chi ironizzava nell’aver ricevuto il messaggio di allerta solo dopo aver sentito vibrare il pavimento dell’ufficio.

    

I prossimi test

IT-alert intanto non si ferma con i test: tra due giorni tocca alla Sardegna, poi Sicilia, Calabria ed Emilia-Romagna. Terminata la sperimentazione, prevista fino al prossimo febbraio, il sistema di allarme pubblico andrà a integrare le altre modalità di informazione e comunicazione. Visto che abbiamo lo smartphone sempre in mano, usarlo come strumento di emergenza non è una cattiva idea. Soprattutto perché non viola alcuna privacy, teorie del complotto permettendo.

Di più su questi argomenti: