Foto di Roberto Monaldo, via LaPresse 

La lettera

Fuori Legnini, entra Castelli: “Ma nessuno sente noi terremotati”

Nicoletta Tiliacos

Il governo Meloni ha deciso di cambiare il Commissario per la ricostruzione. "Chi ha vissuto il terremoto in centro Italia sa che il suo lavoro ha fatto la differenza", dice la portavoce dell'Associazione di Arquata del Tronto

Al direttore - È singolare che, nella diatriba sulla non riconferma del Commissario Sisma Giovanni Legnini, a nessuno venga in mente di chiedere il parere dei veri protagonisti del dramma del Centro Italia, cioè noi terremotati. Protagonisti nostro malgrado, è chiaro, ma certo più di altri in grado di pesare l’azione dei Commissari straordinari che si sono succeduti, anche a poca distanza l’uno dall’altro, fin qui. Ad Arquata del Tronto, il paese marchigiano che ha contato decine di morti – il mio paese – solo con la gestione Legnini siamo finalmente arrivati a gettare le basi della ricostruzione.

Prima, ed è un fatto, il caos normativo, l’indifferenza, l’inadeguatezza delle strutture e degli attori è stata la regola. La struttura commissariale, in particolare, era una sorta di vuoto guscio che rasentava l’inutilità, buona quasi solo a consentire tagli di nastri per meriti altrui. In tre anni, prima di Legnini, è stato impossibile perfino avere risposte minime sul da farsi, mentre si lasciava campo libero, nei fatti, ai particolarismi e all’abbandono. Non voglio entrare, per carità di patria, nel merito delle performance di chi ha preceduto Legnini. Voglio solo rimarcare che la Corte dei conti, per la prima volta con la sua gestione della struttura commissariale, invece di rimandare al mittente ordinanze inutili e zoppe, ha stilato un rapporto di valutazione encomiastico dell’operato dell’ultimo commissario.

È solo grazie a quel viatico che Legnini ha potuto ottenere, dopo aver fatto il primo vero censimento degli immobili da ricostruire attraverso la manifestazione di volontà degli interessati (molta fatica, sangue, sudore e lacrime, vigilanza sull’operato degli enti locali spesso distratti o poco propensi ad accollarsi nuovo lavoro ecc.), che ha potuto ottenere, dicevamo, un miliardo e ottocento milioni aggiuntivi dall’Europa per il Centro Italia. A Legnini dobbiamo l’ordinanza 100, che ha segnato un punto di svolta e di prima uscita dalla palude burocratica che condannava a morte i nostri paesi, e soprattutto gli dobbiamo il grande lavoro che ha portato al Testo unico per la ricostruzione, appena entrato in vigore.

Eppure, in questi giorni abbiamo letto con stupore certe polemiche fuori dal mondo. Legnini, unico tra tutti i commissari con precedenti ruoli politici, al momento della sua nomina aveva scelto liberamente di dimettersi dalla carica di consigliere regionale (assai più remunerativa rispetto al compenso per la carica di commissario, cinquantamila euro lordi più un uguale “premio”, tanto per fare prosaicamente un po’ di conti in tasca) per dedicarsi a tempo pieno a un lavoro immane, di cui ogni persona in buona fede deve dargli atto, e per il quale, guarda un po’, ha scelto, perché ne aveva facoltà, persone di cui si fidava, e che hanno dato prova, nella minuta quotidianità e in prospettiva, di efficienza e di competenza. 

Noi, che siamo in attesa di rivedere in piedi i nostri paesi, sappiamo che Legnini ha saputo lavorare senza campanilismi di alcun tipo, anche con gli stessi che oggi chiamano in causa una sua presunta parzialità. La nostra esperienza ci dice che Legnini non ha fatto sconti a nessuno, se era il caso, ed è il motivo per cui il suo stesso partito (a giudizio personale di chi scrive, è chiaro) non si è mai troppo scaldato per difenderlo, anzi. 

Concludo con quanto ha scritto, rivolto a Legnini, Fabio Renzi, segretario generale di Symbola, la Fondazione che da più di sei anni lavora anche nell’Appennino per mettere in comunicazione e promuovere esperienze virtuose di messa in sicurezza e di sviluppo di un territorio prezioso e ferito: “Con NextAppennino, il Piano nazionale complementare al Pnrr, hai dato vita al più importante programma di riqualificazione ed innovazione urbana ed energetica e di rigenerazione economica e sociale dei territori colpiti dai sismi del 2009 e del 2016 che non ha uguali nella storia d’Italia e di assoluto rilievo europeo. Una scommessa ad oggi vinta, vista la partecipazione ai bandi dei comuni, delle imprese e delle associazioni e che altri dovranno dimostrare di essere capaci di condurre in porto”. 

I terremotati del centro Italia, soprattutto quelli che vivono nelle casette prefabbricate con vista sulle macerie, sanno che Legnini ha fatto la differenza. Lo ringraziamo di cuore, sperando che il nuovo Commissario, il senatore Guido Castelli, persona degna, attenta e fin qui collaborativa con lo stesso Legnini, possa mettere in campo lo stesso livello di dedizione e di competenza, continuando a dare risposte concrete al Centro Italia terremotato.
 
Nicoletta Tiliacos
portavoce dell’Associazione proprietari Arquata del Tronto capoluogo

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