Qui Roma

Gualtieri ha il mal di stadio: bocciato il nuovo Flaminio, scomparso quello della Roma

Gianluca De Rosa

A far naufragare il progetto della Roma Nuoto il parere vincolante del ministero della Cultura. "Interventi invasivi rispetto all'impianto originiario". Un altro cruccio per il primi cittadino che intanto cerca uno stadio per Roma e Lazio

Sul futuro stadio della Roma aleggia ancora la nebbia. Quando poco meno di sei mesi fa Gualtieri è arrivato in Campidoglio sapeva bene che questo sarebbe stato uno dei primi nodi da sciogliere. Un’operazione tutt’altro che semplice. Sulla quale la precedente giunta grillina s'impantanò producendo uno dei suoi principali fallimenti. Intanto però la scorsa settimana è stato bocciato il progetto di recupero e restauro dello stadio Flaminio. La proposta presentata dalla Roma Nuoto prevedeva oltre al restauro delle palestre interne, l’innalzamento dei sei metri del campo da calcio, la riduzione della capienza dello stadio di 7.500 posti e la realizzazione di quattro medie strutture di vendita. “La conferenza dei servizi ha bocciato il progetto”, ha spiegato questa mattina il sindaco Gualtieri nel corso di una conferenza stampa. A portare a questo finale è stato il parere prescrittivo del Ministero della Cultura (lo stadio progettato da Pier Luigi Nervi è vincolato). Nel documento il Mic sostiene che la proposta progetturale “non deve comportare modifiche dell’impianto originario, dei rapporti dimensionali architettonici, della percezione dello spazio nella sua interezza e delle diverse visuali senza l’inserimento di particolari e consistenti nuove destinazioni d’uso”. Mentre il progetto della Roma Nuoto prevede interventi  “invasivi” rispetto “all’impianto originario”.

“Adesso – ha spiegato il sindaco - siamo nelle condizioni di esaminare altri progetti. Ce n’è uno in particolare per cui abbiamo avuto una richiesta di incontro da Cdp e valuteremo. Al di là del progetto, comunque, per noi la priorità assoluta è che il Flaminio cessi di essere l'ennesima vergognosa incompiuta della nostra città”.  Che diventi lo stadio della Lazio? Sembra infatti questa una delle ipotesi attenzionate dal Campidoglio per risolvere il rebus stadi: Olimpico alla Roma, Flaminio alla Lazio e nuovi impianti per l’atletica e gli altri sport olimpici a Tor Vergata, il quartiere che nelle idee del sindaco sarà il cuore del possibile Expo 2030. L’altra strada conduce a Pietralata, a pochi passi dalla stazione Tiburtina. Si vedrà. Di certo Gualtieri dice di stare lavorando alla questione. “Non c'e' nessuno stallo, il lavoro sta procedendo con grande serietà, professionalità e riservatezza, qui mi fermo".

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