(foto Ansa)

la sentenza

Strage di Bologna: condannato all'ergastolo Paolo Bellini, ex Avanguardia nazionale

Redazione

La corte di Assise del capoluogo emiliano riconosce il concorso nella strage per Bellini, già esponente del gruppo neofascista. Condannati anche Pergiorgio Segatel per depistaggio e Domenico Catracchia per informazioni false

Ergastolo e un anno di isolamento diurno. Questa la sentenza che la Corte d’Assise di Bologna ha emesso nei confronti di Paolo Bellini, ex militante di Avanguardia Nazionale, per concorso nella strage di Bologna del 2 agosto 1980. Insieme a lui sono stati condannati anche Piergiorgio Segatel e Domenico Catracchia. Segatel, ex capitano dei carabinieri è stato condannato a sei anni per depistaggio, mentre Catracchia dovrà scontare quattro anni per aver fornito informazioni false. La Corte ha deciso di accogliere quasi in toto le richieste della Procura generale di Bologna, che per Bellini aveva chiesto il carcere a vita e tre anni di isolamento.

Bellini, unico presente in aula insieme a Segatel, oggi parlando alla stampa ha detto: “Io non ero a Bologna il 2 agosto, ero a Rimini alle 9, la mia ex moglie può dire quello che vuole, sono problemi suoi. Quel signore in video non sono io”. E poi aveva aggiunto: “Ho sempre confessato le mie colpe, ma con la strage non ho nulla a che vedere. Sono innocente e devo essere assolto”. Con la sentenza del giudice Francesco Caruso, arrivata dopo 76 udienze, si chiude l’ultimo processo per il più grave atto terroristico della storia italiana.

Cruciale per far crollare l’alibi di Bellini la testimonianza della ex moglie Maurizia Bonini, che ha smentito la versione secondo cui il 2 agosto l’imputato si trovasse a Rimini. Secondo l’accusa Bellini sarebbe poi stato ritratto in un video girato poco dopo l’attentato. L’uomo è il quinto colpevole della strage di Bologna, che causò 85 morti e 200 feriti. Insieme a lui sono stati condannati in via defintiva gli ex esponenti dei Nuclei armati rivoluzionari Valerio Fioravanti, Francesca Mambro, Luigi Ciavardini e Gilberto Cavallini (quest’ultimo in primo grado).

Poco prima della sentenza Paolo Bolognesi, presidente del comitato familiari vittime della strage di Bologna ha dichiarato: “Se questi risultati arrivano solo dopo 40 anni è dovuto al silenzio incredibile degli apparati di sicurezza, che anziché tutelare le vittime hanno tutelato i terroristi. Adesso la grande professionalità della procura generale ha fatto una inchiesta eccezionale che ha permesso questi risultati di conoscenza".

Di più su questi argomenti: