È morto Franco Marini. Ricordi foglianti dell'ex ministro del Lavoro

È stato segretario del Partito Popolare Italiano e segretario generale della CISL, parlamentare europeo, ex ministro del Lavoro e già presidente del Senato. Aveva 87 anni

Franco Marini ex segretario del Partito Popolare Italiano e segretario generale della Cisl, parlamentare europeo, ex ministro del Lavoro e già presidente del Senato è morto stanotte a Villa Mafalda dove era ricoverato da qualche giorno. Lo rende noto in un Tweet Castagnetti. "Uomo integro, forte e fedele a un grande ideale: la liberta' come presupposto della democrazia e della giustizia. Quella vera".  Nato a San Pio delle Camere, piccolo comune della provincia dell’Aquila, Marini era stato dimesso a fine gennaio dall’ospedale di Rieti dopo un ricovero per Covid-19.

  

      

Franco Marini ci mancherà, scrive su Twitter il commissario Ue per gli Affari economici, Paolo Gentloni. "La politica come passione e organizzazione, il mondo del lavoro la sua bussola, il calore nei rapporti umani", dice Gentiloni, secondo cui Marini "ha accompagnato i cattolici democratici nel nuovo secolo". Per il ministro dei Beni culturali, Dario Franceschini, "ci ha lasciato uno dei grandi protagonisti del sindacato e della politica degli ultimi 40 anni. Uno degli artefici della nascita dell'Ulivo e del centrosinistra, quando con coraggio impedì che il Ppi scivolasse a destra. Io perdo un Maestro, un Padre, un Amico". 

"La scomparsa di Franco Marini, al quale sono stato legato per anni da stima e amicizia, e la cui collaborazione ho avuto modo di apprezzare durante il mio mandato di Presidente della Repubblica, mi addolora profondamente", ha dichiarato il presidente della Repubblica emerito, Giorgio Napolitano. "Va ricordato il suo lungo impegno ai vertici del sindacato, e la successiva attività politica nella Democrazia Cristiana prima, nel Partito Popolare e da ultimo nel Partito Democratico. Di grande spessore è stato il suo contributo fattivo ai lavori parlamentari, e in particolare al Senato, di cui è stato autorevole Presidente. Con questo spirito partecipo al cordoglio dei famigliari e di chi lo ha conosciuto e stimato".

  

Chi era Franco Marini

Primogenito di una numerosa famiglia di modeste condizioni economiche, a nove anni Marini si trasferisce a Rieti per esigenze di lavoro del padre, impiegato nella Supertessile (poi Snia Viscosa, uno dei maggiori stabilimenti manifatturieri del Lazio, che produceva "seta artificiale") e si diploma al liceo classico Marco Terenzio Varrone. Conseguita la laurea in giurisprudenza, è di leva come ufficiale negli alpini. Iscritto alla Democrazia Cristiana dal 1950 e attivo nell'Azione Cattolica e nelle Acli, incomincia a lavorare, durante gli studi universitari, in un ufficio contratti e vertenze della Cisl. Nel 1964 incomincia a collaborare con il ministro per gli interventi straordinari nel Mezzogiorno, Giulio Pastore. Assume un ruolo sempre maggiore nel sindacato, diventando negli anni settanta vicesegretario, e nel 1985 segretario nazionale. Nel 1991 alla morte di Carlo Donat-Cattin ne eredita la corrente politica di Forze Nuove, interna alla DC, tradizionalmente più sensibile alle prerogative del mondo del lavoro, e passa nell'aprile dello stesso anno dalla segreteria del sindacato al governo, diventando ministro del lavoro e della previdenza sociale del VII Governo Andreotti.

 

Seguendo il partito nella formazione nel 1994 del Partito Popolare Italiano, ne diventa segretario nel 1997 succedendo a Gerardo Bianco. Guida una segreteria volta a rimarcare la propria individualità all'interno dell'alleanza dell'Ulivo, in contrasto con l'idea di Romano Prodi di una vera e propria unione dei partiti. Eletto al Parlamento europeo nell'elezioni del 1999, lo stesso anno lascia la segreteria in favore di Pierluigi Castagnetti. L'alleanza elettorale della Margherita alle elezioni politiche del 2001, l'anno dopo si trasforma in partito e Marini ne è responsabile organizzativo. Eletto senatore alle elezioni del 2006, il 29 aprile 2006, con 165 voti, Marini diventa presidente del Senato. Marini ha partecipato alla fondazione del Partito Democratico ed è stato il principale referente della corrente dei "Popolari". Alle elezioni primarie del 2009 sostenne la candidatura di Dario Franceschini. 

 

Il 17 aprile 2013 Marini viene indicato come candidato alla presidenza della Repubblica dal Pd, dal Pdl, da Scelta civica, dall'Udc, dalla Lega Nord, da Fratelli d'Italia, dal Centro democratico, dalle minoranze linguistiche, da Grande sud e da lla lista Crocetta. Marini fu scelto per la prima votazione con il quorum più alto. Tuttavia alla prima votazione non riuscì a raggiungere i 672 voti richiesti, fermandosi a 521. Con questo risultato Marini è divenuto il primo candidato alla fine non eletto ad aver raggiunto in uno scrutinio la maggioranza assoluta dei voti, e il candidato non eletto col massimo numero di voti in un singolo scrutinio. 

        

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