Marini non raggiunge il quorum

Redazione

A Montecitorio la seconda votazione per l'elezione del presidente della Repubblica. Franco Marini, candidato dal segretario del Pd Pier luigi Bersani appoggiato anche dal centrodestra, non è stato eletto

E' cominciata a Montecitorio la seconda votazione per l'elezione del presidente della Repubblica. Anche al secondo scrutinio la soglia è di 672 voti, pari a due terzi dell'Assemblea.

Franco Marini, candidato dal segretario del Pd Pier luigi Bersani appoggiato anche dal centrodestra, non è stato eletto presidente della Repubblica alla prima votazione. L'ex presidente del Senato e sindacalista si è fermato, lontano dal quorum di 672, a 521 voti. Secondo arriva il giurista Stefano Rodotà, votato dal M5s, Sel e da alcuni parlamentari democratici (240 voti). L'ex sindaco di Torino Sergio Chiamparino, votato dai renziani in segno di protesta contro la scelta di Bersani di candidare Marini, ha ottenuto 41 voti.

  

Problema: Bersani fa patti con B. sul quorum dei due terzi, e il Pd va in bamba. Ma può replicarlo sulla maggioranza semplice? Rischio Prodi

— giuliano ferrara (@ferrarailgrasso) 18 aprile 2013

Soluzione virtuale antiProdi: D'Alema. Ma può B. votarlo? E' come sette anni fa: no. Però ieri Napolitano, oggi Prodi. Ci penserei su un po'

— giuliano ferrara (@ferrarailgrasso) 18 aprile 2013

Comunque vi avevo avvertito: i pescecani e il resto, sotto le sembianze di schede bianche. Se poi nel caos è Bonino, sapete che fine farò.

— giuliano ferrara (@ferrarailgrasso) 18 aprile 2013

   

Dopo il primo appeasement di qualche settimana fa nella sala della commissione Trasporti alla Camera e i contatti riservati di ieri, Silvio Berlusconi e Pierluigi Bersani tornano a vedersi, anche se velocemente, nella stanza del leader del Pd, nella 'Corea' di Montecitorio. Il breve faccia a faccia è avvenuto mentre è in corso la votazione per il presidente della Repubblica. E' stato il Cavaliere a entrare nella stanza del leader del Pd, a qualche metro dai giornalisti, tenuti a distanza dai commessi. ''L'ho salutato'', ha confermato il leader pidiellino ai cronisti. Prima del colloquio, per più di un'ora, Berlusconi e Bersani sono stati con i propri fedelissimi a spulciare il pallottoliere nei rispettivi uffici che si trovano a pochi metri di distanza nel cosiddetto corridoio dei Presidenti. Da una parte il segretario Dem ha riunito i fedelissimi (tra gli altri Vasco Errani e Maurizio Migliavacca); dall'altra l'ex premier ha fatto il punto con vari big azzurri, alla presenza di Angelino Alfano e Denis Verdini.

  

Dopo l'esito negativo della prima votazioni sull'ex leader della Cisl i partiti hanno vautato cosa fare per la seconda e terza votazione. "Noi non parteciperemo alla terza e alla seconda votazione", spiega un esponente della Lega al termine dello scrutinio. Scelta civica ha scelto di votare scheda bianca, stesso orientamento nel Pd e nel Pdl. Sul punto, il segretario del Pdl Angelino Alfano ha dichiarato: "Questa mattina Franco Marini, candidato del Pd a noi proposto e da noi lealmente votato, pur non raggiungendo il quorum dei due terzi previsto per i primi tre scrutini, ha comunque superato la maggioranza assoluta degli aventi diritto al voto. Ora il Pd – ha aggiunto Alfano – comunica l'intenzione di votare scheda bianca alla seconda e terza votazione. Ne prendiamo atto e invitiamo tutti a impegnare questo tempo per individuare la souzione più idonea per eleggere il Presidente sin dalla quarta votazione", ha poi concluso. 

  

ABBANDONARE IL NOME DI MARINI?

"Non è stata presa alcuna decisione ufficiale, ma la Lega – spiega un big di via Bellerio – è pronta a "mollare" Marini". "Con questi numeri non si può andare avanti su questo nome", riferiscono le stesse fonti. Timori sulla tenuta di Marini anche nel Pdl e in Scelta civica. "Nel Pd c'è troppo grillismo", dice un esponente di Scelta civica, "oggi ha perso il partito delle larghe intese". Nel partito di via dell'Umiltà al momento si punta ancora sullo schema Marini, ma si continua a non escludere la pista D'Alema alla quarta votazione. Stando alle indiscrezioni riportate dalle agenzie di stampa presenti a Montecitorio, la vera preoccupazione resterebbe quella che possa tornare ad affacciarsi la candidatura di Prodi. 

   

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