(foto LaPresse)

“Vogliamo il Codogno in serie D e un aeroporto a Lodi”. F.to Maurizio Milani

Piero Vietti

Le 10 richieste al governo dell’innamorato fisso in “zona rossa”

Adesso che la “zona rossa” forse si allarga, che le partite si giocheranno a porte chiuse, che la gente in tutta Italia dovrà mantenere la distanza di sicurezza di almeno un metro, probabilmente Codogno uscirà un po' dalle cronache dei media. Eppure dal paese della bassa lodigiana da cui forse è partito tutto non si può ancora uscire. Lo sa bene il nostro Maurizio Milani, isolato fisso dal primo giorno del contagio da Covid-19. Da allora racconta la vita in quarantena con articoli da ridere sul Foglio e video surreali sui nostri social. “Io faccio il pirla ma in realtà c’è poco da scherzare”, dice al telefono. Non c’è giorno in cui non ci sia la notizia di un abitante di Codogno passato da qualche parte nel mondo a innescare focolai, come è possibile? “Una volta una mia amica di Codogno ha perso il portafoglio davanti alla Torre Eiffel a Parigi. C’erano migliaia di turisti, e sai chi lo ha ritrovato? Un altro di Codogno. Questa è stata la coincidenza che ha fatto dire all’Onu ‘basta, chiudiamo tutto’. Che si fa nella ‘zona rossa’, adesso che la paura dell’altro sembra essere un po' scemata? “Ieri ci siamo ritrovati – dice Milani – con alcuni esponenti non eletti dei comuni della ‘zona rossa’: non rappresentiamo nessuno ma abbiamo messo giù un decalogo di richieste al governo. Eravamo tutti i nati in provetta della ‘zona rossa’: siamo in trenta, abbiamo personalità non ben definita. Quando finisce l’emergenza vogliamo:

  

  

1. Che le squadre di calcio della ‘zona rossa’ abbiano agevolazioni arbitrali evidenti: niente fuorigioco, molti rigori… Così il prossimo anno fanno il salto di categoria. Ora il Codogno è quasi ultimo in Eccellenza. Anche tramite il Foglio Sportivo, non lo accettiamo: vogliamo decisioni scandalose in nostro favore, deve essere una vergogna per il Coni. Anche negli altri sport.

2. Un aeroporto nel basso lodigiano, con sei piste, tre per venir giù e tre per andar su. Con calma, non lo devono fare domani, va bene per fine mese.

3. Inaugurare il campo del Codogno con un’amichevole con l’Uruguay. Con arbitro malleabile che fa finire la partita 0-0.

4. Lodi deve diventare capitale italiana della Cultura. Ma anche europea. Telefonate a Sassoli che oggi scavalca tutte le commissioni e fa Lodi capitale europea della cultura. Dispiace per le altre nazioni.

5. Il basso lodigiano diventa capitale mondiale del calcio. La Fifa deve farci avere una maglietta di ogni squadra del mondo. Per esempio: nella serie A islandese ci sono 18 squadre, ci mandano 18 camisetas. Entro domani, massimo venerdì, deve mandarci una maglietta per ogni squadra del mondo. Dovrebbe venire Victoria Beckham a tagliare il nastro del museo delle magliette. Non esiste un museo così completo al mondo. Ci sarà il concerto in piazza delle Spice Girls qui a Codogno. David Beckham si siede sulla panchina del Codogno e fa l’allenatore. Con l’arbitro che ci dà sempre ragione”. Ma la partita si gioca a porte chiuse? “Certo che no, facciamo tutto a emergenza finita: 49.000 spettatori allo stadio di Codogno.

8 (6 e 7 le saltiamo, vediamo poi). Costruire una centrale a carbone con metodo classico, tipo quelle di inizio anni Cinquanta, che dà da lavorare a 20.000 persone. Senza filtri sulla ciminiera, tanto va su nella ionosfera, basta che fai la ciminiera molto alta, 4-500 metri, è inutile che metti il filtro”. Ma Greta non si offende? “Greta può venire a visitarla, si lamenta e poi va a casa. Anzi, facciamo la centrale con la tecnologia a inizio XX secolo. La facciamo più alta così non inquina, e anzi concima i campi quando viene giù”.

 

C’è comunque da fare passare il tempo, lì a Codogno. “Ieri sera abbiamo fatto una serata danzante con i cadetti dell’accademia militare non riconosciuta dall’esercito (poi faranno la sanatoria e li metteranno in ruolo). Noi siamo nostalgici degli Asburgo.

 

9. Sempre in tema di auto, se la Lamborghini volesse fare il museo qui nel basso lodigiano, noi non c’entriamo niente ma va bene”.

 

Il governo deve fare tutto? “No, può scegliere 5 di questi punti del decalogo”. Non c’è più nessuno che scappa dalla Zona Rossa? “Stasera prendiamo un locomotore diesel. Ho contattato un vecchio macchinista in pensione, ha 75 anni. Come atto di provocazione anche contro Greta, andiamo fino a Milano Centrale. Lì la Polizia ferroviaria ci arresta. Entriamo contro i respingenti, li buttiamo giù e lì ci consegniamo alle autorità che hanno seguito il puntino rosso sulla mappa del nostro treno abusivo”.

  • Piero Vietti
  • Torinese, è al Foglio dal 2007. Prima di inventarsi e curare l’inserto settimanale sportivo ha scritto (e ancora scrive) un po’ di tutto e ha seguito lo sviluppo digitale del giornale. Parafrasando José Mourinho, pensa che chi sa solo di sport non sa niente di sport. Sposato, ha tre figli. Non ha scritto nemmeno un libro.