Cosmopolitics

La destra americana trasforma Kyle Rittenhouse nel suo "poster boy"

Paola Peduzzi

Il giovane assolto per legittima difesa dall'accusa di omicidio è diventato l'eroe della famiglia Trump e di Fox News

L’avvocato di Kyle Rittenhouse non ha usato molta diplomazia quando ha detto che trova “rivoltante” che alcuni deputati repubblicani abbiano offerto un lavoro a Washington al suo assistito. Rittenhouse ha ucciso due persone e ne ha ferito una terza durante le proteste contro il razzismo dell’anno scorso a Kenosha (quando aveva 17 anni), in Wisconsin: la giuria che ha giudicato il suo caso ha respinto l’accusa di omicidio intenzionale e lo ha assolto perché, dice nelle motivazioni, il ragazzo si è legittimamente difeso.

 

Mentre l’America discute di questo verdetto cercando di analizzare quali sono i confini della legittima difesa e riaprendo il dibattito eterno sulla facilità di accesso alle armi, i conservatori saltano i convenevoli giuridici e costituzionali e trasformano Kyle Rittenhouse nel loro “poster boy”. Donald Trump ha festeggiato, intervistato su Fox News, la “grande decisione” della giuria che lo rende “felice”, così come rende felici “molte persone, la maggior parte delle persone” (Trump ha anche detto di aver contribuito lui a “salvare Kenosha” dalla rovina).

   

Il figlio dell’ex presidente, Donald jr, ha appoggiato l’iniziativa dell’associazione pro armi Gun Owners of America di mandare in premio a Rittenhouse un fucile Ar-15, come quello che il ragazzo ha usato per uccidere: è un riconoscimento del diritto dei cittadini americani di portare armi e difendersi.

   

Tucker Carlson, il conduttore oggi più famoso dell’emittente murdocchiana Fox News, ha intervistato Rittenhouse e ha seguito molte parti del processo, riprendendo le testimonianze, cosa che ha fatto infuriare lo stesso avvocato del ragazzo, che ha detto di aver dovuto allontanare la troupe più di una volta. Carlson non si è naturalmente preoccupato dei divieti e ha realizzato un documentario sul processo, che si aggiunge alla serie che il conduttore ha realizzato sulla “vera storia” dell’assalto al Congresso del 6 gennaio che ha portato alle dimissioni di due suoi colleghi (non certo dei giornalisti liberal). Nell’intervista  Rittenhouse dice che il suo processo non ha mai avuto nulla a che fare con la razza, lui sostiene Black Lives Matter, è sempre stata una discussione sul diritto alla legittima difesa: “Sostengo il diritto di protestare in modo pacifico”, ha detto il ragazzo che ha partecipato a una manifestazione con un fucile, che ha poi prevedibilmente utilizzato.

   

David French, saggista conservatore che difende il diritto a portare le armi per legittima difesa, dice che i media liberal hanno rappresentato in modo sbagliato Rittenhouse trattandolo come un suprematista bianco pronto a sparare in ogni momento, ma che da qui a trasformarlo in un eroe ce ne corre. Un movimento politico – dice French – che trasforma un ragazzo armato che spara “in un modello è un movimento che ammicca alla violenza e che incoraggia altri giovani uomini a brandire armi sconsideratamente in luoghi pericolosi e che porterà ad aumentare il sangue che si spargerà nelle strade americane”.

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  • Paola Peduzzi
  • Scrive di politica estera, in particolare di politica europea, inglese e americana. Tiene sul Foglio una rubrica, “Cosmopolitics”, che è un esperimento: raccontare la geopolitica come se fosse una storia d'amore - corteggiamenti e separazioni, confessioni e segreti, guerra e pace. Di recente la storia d'amore di cui si è occupata con cadenza settimanale è quella con l'Europa, con la newsletter e la rubrica “EuPorn – Il lato sexy dell'Europa”. Sposata, ha due figli, Anita e Ferrante. @paolapeduzzi