Cosmopolitics

Asma Assad, la signora della guerra

La moglie del dittatore di Damasco ci ha ingannati per anni, e oggi coltiva il sogno di sostituire il marito

Paola Peduzzi

Nella retina ci è rimasta l’immagine di Asma (che quando andava a scuola a Londra si faceva chiamare Emma) elegante e colta, “la rosa del deserto” celebrata da Vogue, la madre di tre figli educati alla scuola montessoriana, la “straniera” mal sopportata dalla famiglia Assad: stava chiusa nelle sue stanze, alle cene di famiglia la escludevano parlando il dialetto alawita, a lei, che già con l’arabo classico faceva fatica, incomprensibile

La Metropolitan Police di Londra ha aperto un’indagine preliminare sul ruolo di Asma Assad, moglie del dittatore siriano Bashar, nella guerra che da dieci anni affligge la Siria. Asma è accusata di aver incitato e incoraggiato il regime a commettere crimini di guerra contro il proprio popolo, e potrebbe essere condannata per terrorismo e perdere la cittadinanza britannica.

 

Nata Asma Akhras da una famiglia siriana, papà cardiologo e mamma funzionaria dell’ambasciata di Damasco nel Regno Unito, proveniente da Homs (di religione sunnita) la first lady ha studiato Informatica e Letteratura francese, ha lavorato in alcune banche internazionali e, nel novembre del 2000, ha sposato Bashar el Assad, che era diventato da pochi mesi presidente della Siria. Anche Bashar aveva studiato all’estero, a Londra aveva incontrato Asma, pensavano a una vita assieme anche lontani dalla Siria, perché allora Bashar non era coinvolto nella successione di suo padre Hafez, non aveva nemmeno ricevuto la formazione militare prevista per i figli del rais. L’“erede” (gli Assad si comportano come i monarchi della Siria) era il fratello maggiore Basil, che però morì in un incidente d’auto mentre andava all’aeroporto e fu così che Bashar, con Asma, si ritrovò a guidare la Siria. La coppia avrebbe dovuto riformare il paese, Asma all’inizio si comportava come una first lady anglosassone, tutta opere buone e missioni umanitarie. Per questo, allo scoppio della guerra in Siria, nel 2011, sull’onda delle primavere arabe, molti pensarono che le cose, tra gli Assad e il loro popolo, sarebbero andate diversamente.

   

Pensarono male. Le forze del regime hanno ucciso centinaia di migliaia di siriani, almeno 14 mila persone sono state torturate e uccise, metà della popolazione ha dovuto lasciare le proprie case (la più grande crisi di rifugiati dalla Seconda guerra mondiale), nessuna rivoluzione di quella regione è stata sanguinosa e mortale come quella siriana. Eppure nella retina ci è rimasta l’immagine di Asma (che quando andava a scuola a Londra si faceva chiamare Emma) elegante e colta, “la rosa del deserto” celebrata da Vogue, la madre di tre figli educati alla scuola montessoriana, la “straniera” mal sopportata dalla famiglia Assad: stava chiusa nelle sue stanze, alle cene di famiglia la escludevano parlando il dialetto alawita, a lei, che già con l’arabo classico faceva fatica, incomprensibile. Asma nel frattempo è diventata tutt’altro: prima arma diplomatica del regime, con i suoi sorrisi e quel glamour a confonderci tutti, poi “Maria Antonietta di Damasco”, come fu chiamata quando nel 2016 rilasciò una rara intervista televisiva in cui finse di non sapere nulla della ferocia del regime (bombe con i chiodi, attacchi con il gas, intere zone costrette alla fame per ottenere la loro capitolazione) mentre uscivano indiscrezioni sui suoi viaggi a Dubai per andare dal parrucchiere e fare shopping. La “straniera” ha anche avuto la meglio sulla famiglia Assad: ora sono i suoi parenti ad avere potere in molte aziende del paese, le uniche che danno una parvenza (parvenza: è tutta immagine, la storia di Asma) di sopravvivenza in un’economia morta com’è quella siriana. 

 

Asma dice di essere lei “il vero dittatore” di casa, e nelle immagini famigliari è sempre di più al centro, mentre “batta”, “la paperella”, come Asma chiama Bashar, sembra quasi defilato. L’Economist che ha pubblicato un lungo articolo su Asma raccontando le sue tante vite, da banchiera a “signora della guerra”, conclude dicendo: la prossima vita è quella in cui Asma prende il posto di Bashar, uno degli incubi peggiori per i siriani, popolo privato dei propri sogni da dieci anni.  

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  • Paola Peduzzi
  • Scrive di politica estera, in particolare di politica europea, inglese e americana. Tiene sul Foglio una rubrica, “Cosmopolitics”, che è un esperimento: raccontare la geopolitica come se fosse una storia d'amore - corteggiamenti e separazioni, confessioni e segreti, guerra e pace. Di recente la storia d'amore di cui si è occupata con cadenza settimanale è quella con l'Europa, con la newsletter e la rubrica “EuPorn – Il lato sexy dell'Europa”. Sposata, ha due figli, Anita e Ferrante. @paolapeduzzi