Cosmopolitics

I tweet cattivi di Neera Tanden

La candidata di Biden per guidare l'ufficio del Budget è molto a rischio. I repubblicani non la sostengono: la sua cattiveria su Twitter non è perdonabile

Paola Peduzzi

L'accanimento contro la Tanden sembra una vendetta postuma nei confronti di Hillary Clinton, di cui lei è stata consigliera, collaboratrice, alleata, amica. Poi c'è anche l'acrimonia sui social, come dicono Romney e la Collins, senatori moderati che non dimenticano

Il primo colpo alla politica dell’unità di Joe Biden ha come bersaglio Neera Tanden, anima e volto del think tank liberal Center for American Progress nominata dal presidente americano per guidare l’ufficio per il Budget, cioè di fatto tutto quel che ha che fare con le spese federali decise dal governo. Fino a questo momento, il Congresso ha confermato sette candidati rilevanti scelti da Biden per la sua Amministrazione e lo ha sempre fatto con un voto bipartisan (a volte con anche gli applausi dei repubblicani, come è accaduto al segretario di stato Tony Blinken): con la Tanden le chance sono molto più piccole e anche se Biden ribadisce il suo sostegno, i pettegoli stanno già parlando del piano B. Anche se l’analisi più ricorrente non riguarda l’eventuale sostituto della Tanden ma piuttosto le ragioni dell’accanimento su di lei: sembra che si tratti di una vendetta postuma nei confronti di Hillary Clinton, di cui la Tanden è stata consigliera, collaboratrice, alleata, amica. In questo senso, l’ostilità è bipartisan: la Tanden di certo è sempre stata molto critica nei confronti dei repubblicani, ma uno dei suoi scontri più celebri è stato con Bernie Sanders, senatore del Vermont che rappresenta l’ala anti clintoniana (e anti establishment e anti moderati) del Partito democratico.

 

In ogni caso a guidare la campagna contro la Tanden oggi sono i repubblicani con una motivazione precisa: i suoi tweet cattivi non sono perdonabili. Mitt Romney, che è forse l’alleato più naturale della politica dell’unità di Biden essendo da tempo messosi di traverso ai trumpiani quindi al suo partito, ha annunciato di non voler votare a favore della Tanden perché “è difficile  ritornare a un approccio di cortesia e rispetto con una persona che ha scritto migliaia di tweet cattivi”. Anche Susan Collins, senatrice moderata del Maine, ha detto: “Neera Tanden non ha né l’esperienza né il temperamento per guidare un’agenzia tanto cruciale. Le sue azioni passate hanno dimostrato in modo esatto quel tipo di acrimonia che il presidente Biden s’è impegnato a superare”. Tra i tweet cattivi della Tanden ce n’è uno diretto alla stessa Collins, dev’essere a questa animosità che la senatrice fa riferimento: era stata definita dalla Tanden “la peggiore”.

 

Poiché la nominata di Biden conosce bene i propri punti deboli, da settimane si è messa a ripulire il suo account di Twitter, cancellando almeno un migliaio di tweet. Ma già il diritto all’oblio sulla rete non esiste, figurarsi se una pulizia frettolosa e mirata può avere qualche successo. Così la Tanden potrebbe pagare tutto insieme il suo conto: alleata di Hillary e twittatrice cattiva. Certo, non vi sfuggirà l’ironia di tutta la faccenda: proprio questi repubblicani ancora alle prese con il trumpismo tracciano la linea di demarcazione della politica dell’unità lungo i “tweet cattivi”. Si sentono i risolini fin qui.

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  • Paola Peduzzi
  • Scrive di politica estera, in particolare di politica europea, inglese e americana. Tiene sul Foglio una rubrica, “Cosmopolitics”, che è un esperimento: raccontare la geopolitica come se fosse una storia d'amore - corteggiamenti e separazioni, confessioni e segreti, guerra e pace. Di recente la storia d'amore di cui si è occupata con cadenza settimanale è quella con l'Europa, con la newsletter e la rubrica “EuPorn – Il lato sexy dell'Europa”. Sposata, ha due figli, Anita e Ferrante. @paolapeduzzi