Ansa

Contro mastro ciliegia

Merzario e l'attacco sbagliato a Leclerc

Maurizio Crippa

L'ex pilota ha asfaltato Leclerc: "Se Enzo Ferrari fosse stato ancora vivo, Leclerc non avrebbe nemmeno messo piede a Maranello". Ma se fosse ancora vivo Ferrari quello che non avrebbe mai fatto entrare a Maranello è John Elkann

Chi non è giovane come Andrea Kimi Antonelli, o semplicemente chi si ricorda ancora l’automobilismo com’era una volta, quando l’unica elettronica era nel cervello di piloti spericolati, quando le “24 ore” erano davvero imprese da uomini duri, quando i “prototipi” sfrecciavano al Mugello e lui trionfava con la sua Fiat Abarth, non può non ricordarsi con amore di Arturo Merzario. Della sua faccia da cowboy che cavalcava i bolidi come cavalli da rodeo, lo Stetson col marchio Marlboro. Motori d’altri tempi, imprese d’altri tempi. Ma poi il tempo passa, l’unica cosa che non invecchia è la fame dei media per l’ultima polemica, per l’ultimo sputazzo ai giovani. Tipo Pietrangeli con Sinner. Ma siccome Pietrangeli se n’è iuto, ecco che c’è un nuovo ottantenne (82) da buttare in pista. Che ripescato da Rossomotori.it ha asfaltato come un gatto in tangenziale il povero Charles Leclerc, che in effetti l’aria da duro non l’ha mai avuta: “Se Enzo Ferrari fosse stato ancora vivo, Leclerc non avrebbe nemmeno messo piede a Maranello. Non lo avrebbe accolto neppure come cliente”. Però, caro Merzario, provi a inquadrare meglio la pista: se fosse ancora vivo Enzo Ferrari, quello che non avrebbe mai fatto entrare a Maranello, nemmeno da turista, è John Elkann.

  • Maurizio Crippa
  • "Maurizio Crippa, vicedirettore, è nato a Milano un 27 febbraio di rondini e primavera. Era il 1961. E’ cresciuto a Monza, la sua Heimat, ma da più di vent’anni è un orgoglioso milanese metropolitano. Ha fatto il liceo classico e si è laureato in Storia del cinema, il suo primo amore. Poi ci sono gli amori di una vita: l’Inter, la montagna, Jannacci e Neil Young. Lavora nella redazione di Milano e si occupa un po’ di tutto: di politica, quando può di cultura, quando vuole di chiesa. E’ felice di avere due grandi Papi, Francesco e Benedetto. Non ha scritto libri (“perché scrivere brutti libri nuovi quando ci sono ancora tanti libri vecchi belli da leggere?”, gli ha insegnato Sandro Fusina). Insegue da tempo il sogno di saper usare i social media, ma poi grazie a Dio si ravvede.

    E’ responsabile della pagina settimanale del Foglio GranMilano, scrive ogni giorno Contro Mastro Ciliegia sulla prima pagina. Ha una moglie, Emilia, e due figli, Giovanni e Francesco, che non sono più bambini"