contro mastro ciliegia
Non troppa grazia, ma è sempre buona grazia. Grazie Mattarella
Da Franco Cioni a Bardhyl Zeneli: perché i cinque decreti di grazia firmati dal presidente della Repubblica ce lo fanno amare
Tra le cose che ci fanno amare il presidente della Repubblica c’è il momento in cui firma i decreti di grazia. Forse non il più cruciale dei suoi compiti – c’è anche l’Europa da difendere – ma un gran bel segno per tutti. Ieri ne ha firmati cinque. C’è Franco Cioni, un 77enne condannato per aver ucciso la moglie malata incurabile. Ovviamente la storia che fa titolo. Ma lo meriterebbe anche Abdelkarim Alla F. Hamad, ex calciatore libico condannato a trent’anni per concorso in omicidio plurimo in quanto “scafista”. Si è tenuto conto della giovane età al momento dei fatti. Significativa la grazia ad Alessandro Ciappei condannato per truffa, cui è abbonata la pena residua di pochi mesi per la “modesta gravità del fatto” (un’opzione natale à La Russa?). Gabriele Spezzuti, 57 anni, avrebbe dovuto pagare ancora 80 mila euro di multa per reati di droga. Infine Bardhyl Zeneli, 63 anni, un anno e sei mesi per essere evaso dai domiciliari: Mattarella ha tenuto conto del parere favorevole del magistrato di Sorveglianza. Curioso che sia lo stesso reato per cui Gianni Alemanno è rinchiuso a Rebibbia. Ma per lui la Sorveglianza parlò di “condotta arrogante, sprezzante, espressione di una personalità callida, pervicace e priva di scrupoli”. Fateci almeno la grazia di parlare con decenza, cari giudici.
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