Screenshot da account YouTube di Eurovision song contest

Contro mastro ciliegia

Se altri non partecipano ce ne faremo una ragione. Viva l'Eurovision

Maurizio Crippa

Dopo mesi e medi di polemiche, Israele potrà partecipare al festival musicale. Per questo motivo però alcuni paesi, più sensibili alle onde popolari-emotive del momento, come Irlanda, Spagna e Paesi Bassi hanno già fatto sapere che non prenderanno parte alla gara

In attesa che l’Europa batta finalmente un colpo, in difesa dei popoli minacciati e anche in difesa del popolo tornato a essere il più minacciato d’Europa, come ai vecchi tempi dei Savi di Sion, ci ha pensato l’Unione europea della Radiodiffusione a battere un sonoro colpo di timpani. Dopo mesi e mesi di polemiche, ha deciso con bella maggioranza che Israele potrà concorrere alla 70esima edizione dell’Eurovision 2026. Un terzo dei votanti si è espressa contro, ma è notevole che siano stati i paesi con una memoria storica più drammatica e acuta ad aver tenuto il punto su una festa europea che non sarebbe tale senza Israele. Due mesi fa il cancelliere tedesco Merz aveva fatto sapere che la Germania non avrebbe partecipato al Contest se Israele fosse stato escluso. E anche il cancelliere austriaco Stocker aveva chiarito che l’Austria – paese organizzatore per il 2026 – non avrebbe ospitato un’Eurovision senza Israele. Paesi con meno memoria o più sensibili alle onde popolari-emotive del momento come Irlanda, Spagna e Paesi Bassi hanno già fatto sapere che non prenderanno parte alla gara, rifiutando la presenza israeliana. Ce ne faremo una ragione, quando canteremo felici il nostro canto libero.

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  • Maurizio Crippa
  • "Maurizio Crippa, vicedirettore, è nato a Milano un 27 febbraio di rondini e primavera. Era il 1961. E’ cresciuto a Monza, la sua Heimat, ma da più di vent’anni è un orgoglioso milanese metropolitano. Ha fatto il liceo classico e si è laureato in Storia del cinema, il suo primo amore. Poi ci sono gli amori di una vita: l’Inter, la montagna, Jannacci e Neil Young. Lavora nella redazione di Milano e si occupa un po’ di tutto: di politica, quando può di cultura, quando vuole di chiesa. E’ felice di avere due grandi Papi, Francesco e Benedetto. Non ha scritto libri (“perché scrivere brutti libri nuovi quando ci sono ancora tanti libri vecchi belli da leggere?”, gli ha insegnato Sandro Fusina). Insegue da tempo il sogno di saper usare i social media, ma poi grazie a Dio si ravvede.

    E’ responsabile della pagina settimanale del Foglio GranMilano, scrive ogni giorno Contro Mastro Ciliegia sulla prima pagina. Ha una moglie, Emilia, e due figli, Giovanni e Francesco, che non sono più bambini"