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contro mastro ciliegia

State Calmi. E Scagni

Maurizio Crippa

Alberto Scagni, condannato a 24 anni e detenuto per avere ucciso la sorella, è stato sequestrato in cella e massacrato di botte da due compagni di pena. Un fatto indegno di un sistema penitenziario civile. Ma, in un sistema mediatico ancora più incivile, la notizia è stata confezionata come se si trattasse di una punizione per il femminicidio. La canea dei commenti immagintela voi

La notizia di cronaca, indegna di un paese civile e che abbia un sistema penitenziario civile, è questa: un detenuto della sezione “detenuti protetti” del carcere di Sanremo è stato sequestrato per un’intera notte e massacrato di botte da due detenuti della stessa cella ed è stato salvato per miracolo dagli agenti penitenziari, in grave ritardo. Alberto Scagni è l’uomo che uccise a coltellate la sorella e sta scontando 24 anni di pena. La notizia, per come è stata riportata dalle cronache, in modo indegno per un paese che abbia un’informazione civile, è però questa. Ansa: “Uccise la sorella Alice, sequestrato e picchiato in carcere a Sanremo”. Repubblica: “Femminicidio di Alice Scagni, il fratello killer Alberto di nuovo aggredito in carcere”. Tgcom24: “Uccise la sorella a Genova, Alberto Scagni sequestrato e picchiato in carcere”.

In questo clima mediatico ed emotivo, tra pene esemplari e #femalerage, la notizia del quasi ammazzamento di un detenuto è dunque passata attraverso i media come un caso di vendetta per un femminicidio (peccato che i suoi massacratori siano in carcere per violenza sessuale, non proprio maschi affitti dal senso di colpa). Non riportiamo, pr orrore, i commenti sui social. Immaginateli. Diciamo solo: state calmi. 

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  • Maurizio Crippa
  • "Maurizio Crippa, vicedirettore, è nato a Milano un 27 febbraio di rondini e primavera. Era il 1961. E’ cresciuto a Monza, la sua Heimat, ma da più di vent’anni è un orgoglioso milanese metropolitano. Ha fatto il liceo classico e si è laureato in Storia del cinema, il suo primo amore. Poi ci sono gli amori di una vita: l’Inter, la montagna, Jannacci e Neil Young. Lavora nella redazione di Milano e si occupa un po’ di tutto: di politica, quando può di cultura, quando vuole di chiesa. E’ felice di avere due grandi Papi, Francesco e Benedetto. Non ha scritto libri (“perché scrivere brutti libri nuovi quando ci sono ancora tanti libri vecchi belli da leggere?”, gli ha insegnato Sandro Fusina). Insegue da tempo il sogno di saper usare i social media, ma poi grazie a Dio si ravvede.

    E’ responsabile della pagina settimanale del Foglio GranMilano, scrive ogni giorno Contro Mastro Ciliegia sulla prima pagina. Ha una moglie, Emilia, e due figli, Giovanni e Francesco, che non sono più bambini"