contro mastro ciliegia

La russofobia vegetale e la quercia di Turgenev

Maurizio Crippa

Ultima follia: al concorso per l'European tree of the year hanno squalificato la celebre "quercia di Turgenev", che il grande scrittore russo piantò 198 anni fa. Ma gli alberi non hanno mai invaso nessuno, no?

Affezionati ai vecchi libri di fiabe e boschi oscuri, e convinti che i grandi alberi della foresta – che pure fanno più rumore quando cadono di tutti i loro fratelli che crescono – amano i tempi lunghi e secolari, non avremmo mai pensato che esistesse anche un beauty contest per l’European tree of the year. Non è di anno in anno che si apprezza la bellezza di un albero.

Ma la stupidità della cronaca è giunta fin qui, nella forma di una russofobia tanto assurda quanto pericolosa. E se lo è quando condanna un grande scrittore, ancora peggio è quando  l’ostracismo colpisce il regno vegetale. Il premio di quest’anno per l’albero più bello d’Europa è andato alla Polonia, e niente da dire. Solo che ha vinto  semplicemente perché la Russia, col suo verde candidato, è stata squalificata. E a farne le spese, follia nella follia, è stato non un albero qualsiasi, ma la maestosa “quercia di Turgenev”, piantata 198 anni fa dal grande scrittore russo e che da allora non si è mai mossa di lì: gli alberi non invadono nessuno, no? Peggio ancora, se si pensa che Ivan Turgenev è stato uno dei padri non soltanto della letteratura ma anche del riformismo russi, a partire dalla condizione dei contadini. Amava la campagna, il verde, i grandi boschi di betulle e di querce. La sua, speriamo che possa vincere la  prossima volta.

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  • Maurizio Crippa
  • "Maurizio Crippa, vicedirettore, è nato a Milano un 27 febbraio di rondini e primavera. Era il 1961. E’ cresciuto a Monza, la sua Heimat, ma da più di vent’anni è un orgoglioso milanese metropolitano. Ha fatto il liceo classico e si è laureato in Storia del cinema, il suo primo amore. Poi ci sono gli amori di una vita: l’Inter, la montagna, Jannacci e Neil Young. Lavora nella redazione di Milano e si occupa un po’ di tutto: di politica, quando può di cultura, quando vuole di chiesa. E’ felice di avere due grandi Papi, Francesco e Benedetto. Non ha scritto libri (“perché scrivere brutti libri nuovi quando ci sono ancora tanti libri vecchi belli da leggere?”, gli ha insegnato Sandro Fusina). Insegue da tempo il sogno di saper usare i social media, ma poi grazie a Dio si ravvede.

    E’ responsabile della pagina settimanale del Foglio GranMilano, scrive ogni giorno Contro Mastro Ciliegia sulla prima pagina. Ha una moglie, Emilia, e due figli, Giovanni e Francesco, che non sono più bambini"