contro mastro ciliegia

Nessun "clangore" su Samantha

Maurizio Crippa

La giovane donna in stato vegetativo è morta dopo la sospensione dei sostegni vitali, comne prevede la legge sul Fine vita. Il Fatto scrisse contro gli starnazzi di una "umanità bigotta". Nessuno li ha uditi. Anzi s'è letto un commento civile e sobrio. Ma di Avvenire. I bigotti stanno altrove

E’ morta in un ospedale in Veneto Samantha D’Incà, una giovane donna che dal dicembre 2020 era in stato vegetativo irreversibile. Le è stata interrotta la nutrizione artificiale. A decidere per questo esito il padre, Giorgio, che aveva ottenuto nel novembre scorso la nomina come amministratore di sostegno della figlia, unico modo per avere il via libera all’interruzione dei sostegni vitali come prevede la legge sul fine vita del 2017, poiché la donna non aveva redatto le Dichiarazioni anticipate di trattamento.

Quando con la nomina iniziarono le procedure previste, lo psicanalista Maurizio Montanari (non parente), scrisse: “Starnazza ferocemente, per ora solo in rete, quella parte livida e reazionaria di opinione pubblica pronta a dichiarare guerra… cresce il clangore della grida indignate di quell’umanità bigotta, feroce ed ottusa”, eccetera. Ora, va bene che lo scriveva sul blog di un giornale che ha appena ingaggiato il prof che vorrebbe abbandonare Zelensky al suo destino, ma nessun clangore s’è udito. Anzi un giornale ha scritto civilmente che si è trattato di una scelta clinica inevitabile, che fa parte dei diritti costituzionali di tutti i cittadini, come la sospensione delle cure”. Ma è Avvenire.

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  • Maurizio Crippa
  • "Maurizio Crippa, vicedirettore, è nato a Milano un 27 febbraio di rondini e primavera. Era il 1961. E’ cresciuto a Monza, la sua Heimat, ma da più di vent’anni è un orgoglioso milanese metropolitano. Ha fatto il liceo classico e si è laureato in Storia del cinema, il suo primo amore. Poi ci sono gli amori di una vita: l’Inter, la montagna, Jannacci e Neil Young. Lavora nella redazione di Milano e si occupa un po’ di tutto: di politica, quando può di cultura, quando vuole di chiesa. E’ felice di avere due grandi Papi, Francesco e Benedetto. Non ha scritto libri (“perché scrivere brutti libri nuovi quando ci sono ancora tanti libri vecchi belli da leggere?”, gli ha insegnato Sandro Fusina). Insegue da tempo il sogno di saper usare i social media, ma poi grazie a Dio si ravvede.

    E’ responsabile della pagina settimanale del Foglio GranMilano, scrive ogni giorno Contro Mastro Ciliegia sulla prima pagina. Ha una moglie, Emilia, e due figli, Giovanni e Francesco, che non sono più bambini"