Non cagate sull'Olanda

Maurizio Crippa

Tra le notizie affascinanti di inizio anno c'è quella che da ieri non si chiamerà più “Olanda oppure Paesi Bassi”, ma solo Paesi Bassi

Tra le tante cose che “inizia il nuovo decennio, ecco tutto quello che niente sarà più come prima” – un vasto bouquet di cose serie e risibili che vanno da: non avrete più la prescrizione a Putin c’è da vent’anni e rischiamo che tra vent’anni ci sia ancora anche Trump, c’è anche questa: Amadeus ha cagato in testa ai giornalisti e certe cose si lavano col sangue. Giuro, c’è uno che l’ha detto davvero, cagato in testa e il resto, perché Amadeus ha spifferato i nomi dei cantanti di Sanremo soltanto a Rep. Niente sarà come prima, ma è così, il giornalismo è l’orticello che ci fa tanto crudeli. Anche se a noi che Sanremo non lo guardiamo, ci viene da dire: sticazzi. Comunque, tornando al tema.

 

Tra le tante cose che cambieranno il 2020 e il dopo, a partire da ieri 1° gennaio, quella che mi affascina di più è questa. Da ieri l’Olanda non si chiamerà più “Olanda oppure Paesi Bassi”, ma solo Paesi Bassi. Hanno deciso loro (il governo) e ridotta all’osso è che l’Olanda, che è solo un pezzo piccolo dei Paesi Bassi, è quello più ricco. E continuare a esportare solo il suo nome come fosse collettivo, diminuisce le possibilità di crescita globale del resto (in Italia diremmo che l’Olanda non restituisce abbastanza ai Paesi Bassi). Così cambiano nome, speriamo non la maglia degli Orange, e se fosse davvero un bel modo per risolvere i problemi, che bello. Basterebbe chiamare Hong Kong tutta la Cina, basterebbe chiamare tutta la Spagna Catalogna, e vivremmo tutti felici e contenti. Invece di cagarci sempre in testa.

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  • Maurizio Crippa
  • "Maurizio Crippa, vicedirettore, è nato a Milano un 27 febbraio di rondini e primavera. Era il 1961. E’ cresciuto a Monza, la sua Heimat, ma da più di vent’anni è un orgoglioso milanese metropolitano. Ha fatto il liceo classico e si è laureato in Storia del cinema, il suo primo amore. Poi ci sono gli amori di una vita: l’Inter, la montagna, Jannacci e Neil Young. Lavora nella redazione di Milano e si occupa un po’ di tutto: di politica, quando può di cultura, quando vuole di chiesa. E’ felice di avere due grandi Papi, Francesco e Benedetto. Non ha scritto libri (“perché scrivere brutti libri nuovi quando ci sono ancora tanti libri vecchi belli da leggere?”, gli ha insegnato Sandro Fusina). Insegue da tempo il sogno di saper usare i social media, ma poi grazie a Dio si ravvede.

    E’ responsabile della pagina settimanale del Foglio GranMilano, scrive ogni giorno Contro Mastro Ciliegia sulla prima pagina. Ha una moglie, Emilia, e due figli, Giovanni e Francesco, che non sono più bambini"