Barbecue e cammelli

Maurizio Crippa

Nella proverbiale dicotomia tra natura e cultura sto tutta la vita dalla parte della cultura. E anche in quella tra il cotto e il crudo preferisco il cotto. Però le stime sugli animali morti colpiscono anche me

Nella proverbiale, e sempre solida, dicotomia tra natura e cultura sto tutta la vita dalla parte della cultura, col beneplacito di Claude Lévi-Strauss. E anche in quella, non meno dirimente, tra il cotto e il crudo preferisco il cotto: prendendomi il rischio di accendere un barbecue di troppo, spargere CO2 da carbonella nel pianeta, organizzare e officiare sacri riti carnivori (mica solo i vegani hanno diritto a essere una religione) e surriscaldare ulteriormente l’uno e l’altro emisfero. Però non sono un mostro, suvvia. Gli incendi australiani e i canguri ustionati colpiscono anche me. E leggere dal Wwf – se possiamo fidarci delle stime del Wwf, a grande falò in corso, un po' più che delle stime sui morti ammazzati da parte della disinformatia iraniana – che sarebbero morti in questi giorni un miliardo di animali, beh fa impressione. Un miliardo. Altro che i visoni allevati per le pellicce e le oche per il foie gras. Un miliardo è una strage ambientale. Anche se poi leggi in rete geremiadi per il koala cui è stata fatta la sedazione profonda, e frasi tipo “lo strazio per la foto del koala ci rimanga addosso, impresso come un marchio indelebile”, e vien voglia di tornare dalla parte giusta di Lévi-Strauss. Poi però c’è anche questa notizia: che in Australia verranno abbattuti, da cecchini sugli aerei, diecimila cammelli. Innocenti, anzi colpevoli: perché bevono troppo. E allora pensi, attonito, a un vecchio film: non si uccidono così anche i Cinque stelle, quando scappano senza pagare il pizzo alla Casaleggio e Associati.

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  • Maurizio Crippa
  • "Maurizio Crippa, vicedirettore, è nato a Milano un 27 febbraio di rondini e primavera. Era il 1961. E’ cresciuto a Monza, la sua Heimat, ma da più di vent’anni è un orgoglioso milanese metropolitano. Ha fatto il liceo classico e si è laureato in Storia del cinema, il suo primo amore. Poi ci sono gli amori di una vita: l’Inter, la montagna, Jannacci e Neil Young. Lavora nella redazione di Milano e si occupa un po’ di tutto: di politica, quando può di cultura, quando vuole di chiesa. E’ felice di avere due grandi Papi, Francesco e Benedetto. Non ha scritto libri (“perché scrivere brutti libri nuovi quando ci sono ancora tanti libri vecchi belli da leggere?”, gli ha insegnato Sandro Fusina). Insegue da tempo il sogno di saper usare i social media, ma poi grazie a Dio si ravvede.

    E’ responsabile della pagina settimanale del Foglio GranMilano, scrive ogni giorno Contro Mastro Ciliegia sulla prima pagina. Ha una moglie, Emilia, e due figli, Giovanni e Francesco, che non sono più bambini"