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Tradizionalisti e Pachamama: nuovi casi clinici per Freud

Maurizio Crippa

La furiosa ossessione per i simboli di gente che si spaccia per autorevole sebbene sia invisibile fuori dal web

C’è questo sito popolare nel dark web tradizionalista religioso, refugium peccatorum degli assatanati da messa in latino e degli hater di chiunque osi criticare Salvini, lo spergiuro del rosario, che ha diffuso il testo di una protesta internazionale (anzi una condanna, perché costoro condannano) contro “gli atti sacrileghi e superstiziosi commessi da Papa Francesco, il Successore di Pietro, durante il recente Sinodo sull’Amazzonia tenutosi a Roma”. Ciumbia! Sono addirittura cento, si presentano come “chierici, studiosi e intellettuali cattolici”, gente spacciata per autorevole sebbene siano degli invisibili, fuori dal dark web. E fosse tutto qui. Ma gli è che gli incauti diffondono anche il testo della loro condanna, con l’elenco delle imputazioni sacrileghe, e qui vien da ridere: “Ha partecipato a un atto di adorazione idolatrica della dea pagana Pachamama” (è una fake news, lui non adorava). “Ha permesso che questo culto avesse luogo nei Giardini vaticani, profanando così la vicinanza delle tombe dei martiri e della chiesa dell’Apostolo Pietro” (ma profanando che cosa? E’ soltanto un giardino. E questi sarebbero quelli che accusano altri di adorare la foresta amazzonica). Altra colpa, Francesco “si è scusato” dopo che un tradizionalista particolarmente esagitato ha buttato le immagini sacre indie nel Tevere (e questo sì è un atto, se non sacrilego, irrispettoso verso un’altra religione). La loro furiosa ossessione per i simboli dovrebbe interessare Freud, più che i teologi. Per una nuova serie di casi clinici.

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  • Maurizio Crippa
  • "Maurizio Crippa, vicedirettore, è nato a Milano un 27 febbraio di rondini e primavera. Era il 1961. E’ cresciuto a Monza, la sua Heimat, ma da più di vent’anni è un orgoglioso milanese metropolitano. Ha fatto il liceo classico e si è laureato in Storia del cinema, il suo primo amore. Poi ci sono gli amori di una vita: l’Inter, la montagna, Jannacci e Neil Young. Lavora nella redazione di Milano e si occupa un po’ di tutto: di politica, quando può di cultura, quando vuole di chiesa. E’ felice di avere due grandi Papi, Francesco e Benedetto. Non ha scritto libri (“perché scrivere brutti libri nuovi quando ci sono ancora tanti libri vecchi belli da leggere?”, gli ha insegnato Sandro Fusina). Insegue da tempo il sogno di saper usare i social media, ma poi grazie a Dio si ravvede.

    E’ responsabile della pagina settimanale del Foglio GranMilano, scrive ogni giorno Contro Mastro Ciliegia sulla prima pagina. Ha una moglie, Emilia, e due figli, Giovanni e Francesco, che non sono più bambini"