Perché l'Italia non è un paese per Gay Talese

Maurizio Crippa
Tocca parlare ancora di Gay Talese, con i grandi è così. Sul New Yorker ha scritto di avere raccolto per anni i racconti di un gestore di motel, voyeur compulsivo, che aveva attrezzato il suo alberghetto in modo da poter spiare le coppie che facevano sesso.

Tocca parlare ancora di Gay Talese, con i grandi è così. Sul New Yorker ha scritto di avere raccolto per anni i racconti di un gestore di motel, voyeur compulsivo, che aveva attrezzato il suo alberghetto in modo da poter spiare le coppie che facevano sesso. Poi un giorno gli raccontò pure che una volta dal suo lubrico panottico aveva assistito a un omicidio. La storia non è male, era già capitata a Norman Bates. Ma Hitchcock era un cattolico tomista e ne tirò le estreme conseguenze. Il voyeur invece non denunciò, e nemmeno Talese, che lo seppe anni dopo. Sui giornali americani c’è gran dibattito etico. Doveva Talese tradire la sua fonte confidenziale e denunciare? Ha fatto deontologicamente bene a tacere?

 

Puntuale e diligente, Il Post ha riassunto la storia e il dibattito, che vede in campo fior di firme. Chi si straccia le vesti, chi sostiene che la copertura delle fonti è sacra: che accadrebbe al giornalismo se la gente cominciasse a pensare che i cronisti sono spioni e poliziotti? Già, che accadrebbe? Non chiedetelo agli italiani. L’unica cosa sicura è che in un paese in cui i giornalisti si considerano giudici e mettono in pagina senza filtro fonti giudiziarie e fonti deficienti, in cui ci sono programmi che fanno successo col format di Guardia e ladri e indagano le vite degli altri e istigano il pubblico a contattare i carabinieri, in un paese così non si riesce manco a capire di che diavolo stanno discutendo, laggiù in America.

  • Maurizio Crippa
  • "Maurizio Crippa, vicedirettore, è nato a Milano un 27 febbraio di rondini e primavera. Era il 1961. E’ cresciuto a Monza, la sua Heimat, ma da più di vent’anni è un orgoglioso milanese metropolitano. Ha fatto il liceo classico e si è laureato in Storia del cinema, il suo primo amore. Poi ci sono gli amori di una vita: l’Inter, la montagna, Jannacci e Neil Young. Lavora nella redazione di Milano e si occupa un po’ di tutto: di politica, quando può di cultura, quando vuole di chiesa. E’ felice di avere due grandi Papi, Francesco e Benedetto. Non ha scritto libri (“perché scrivere brutti libri nuovi quando ci sono ancora tanti libri vecchi belli da leggere?”, gli ha insegnato Sandro Fusina). Insegue da tempo il sogno di saper usare i social media, ma poi grazie a Dio si ravvede.

    E’ responsabile della pagina settimanale del Foglio GranMilano, scrive ogni giorno Contro Mastro Ciliegia sulla prima pagina. Ha una moglie, Emilia, e due figli, Giovanni e Francesco, che non sono più bambini"