Giacomo Biffi

Il momento di dire grazie a Biffi per un titolo in prestito

Maurizio Crippa
Viene il momento di restituire le cose prese in prestito, o rubate per affetto, e non si può più. Si può al massimo dire grazie, non rendere il favore. Come per il titolo di questa rubrica, che è quello di uno dei più gustosi libri di Giacomo Biffi.

Viene il momento di restituire le cose prese in prestito, o rubate per affetto, e non si può più. Si può al massimo dire grazie, non rendere il favore. Come per il titolo di questa rubrica, che è quello di uno dei più gustosi libri di Giacomo Biffi, il gran cardinale ambrosiano che sabato è andato di persona a sperimentare “l’allegria cosmica degli abitanti del cielo”.

 

Contro Maestro Ciliegia è il suo commento teologico alle Avventure di Pinocchio, frizzante di tutti i guizzi polemici del caso, non solo sul Risorgimento ma soprattutto contro Maestro Ciliegia appunto: “Il maestro dell’antifede”, l’amico-non amico di Geppetto che è l’essenza dello scetticismo, forse del giornalismo, perché “non vuole andare al di là di quello che vede e tocca”. Un pezzo di legno è solo un pezzo di legno. E Biffi lo inchiodava lì, al suo carattere: “La logica non gli manca, gli difetta la fantasia”. Un po’ per gioco un po’ per promemoria mi sono preso in prestito il titolo. Ma c’è un altro libro che amo, sul Burattino. Di Giorgio Manganelli, Pinocchio: un libro parallelo. Solo che per Manganelli le Avventure sono l’attraversamento del Regno dei Morti, non il cammino verso la Salvezza. Ho sempre sospettato che, su Pinocchio, avesse ragione Manganelli. Non ho mai avuto il coraggio di dirlo al cardinale. Del resto non l’ho mai incontrato, di persona, me lo tenevo lì come un piccolo rimorso di scorta, un giorno vado a salutarlo e gli chiedo anche di Pinocchio. Ma non l’ho mai fatto, e lui se n’è andato, come se ne vanno i papà.

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  • "Maurizio Crippa, vicedirettore, è nato a Milano un 27 febbraio di rondini e primavera. Era il 1961. E’ cresciuto a Monza, la sua Heimat, ma da più di vent’anni è un orgoglioso milanese metropolitano. Ha fatto il liceo classico e si è laureato in Storia del cinema, il suo primo amore. Poi ci sono gli amori di una vita: l’Inter, la montagna, Jannacci e Neil Young. Lavora nella redazione di Milano e si occupa un po’ di tutto: di politica, quando può di cultura, quando vuole di chiesa. E’ felice di avere due grandi Papi, Francesco e Benedetto. Non ha scritto libri (“perché scrivere brutti libri nuovi quando ci sono ancora tanti libri vecchi belli da leggere?”, gli ha insegnato Sandro Fusina). Insegue da tempo il sogno di saper usare i social media, ma poi grazie a Dio si ravvede.

    E’ responsabile della pagina settimanale del Foglio GranMilano, scrive ogni giorno Contro Mastro Ciliegia sulla prima pagina. Ha una moglie, Emilia, e due figli, Giovanni e Francesco, che non sono più bambini"