L'ultima gran regia di Ronconi, portare tutti a Messa al suo funerale religioso

Maurizio Crippa

Non ha voluto la camera ardente, ha scelto di andare lontano dalla sua casa artistica, il Piccolo Teatro

    Non ha voluto la camera ardente, ha scelto di andare lontano dalla sua casa artistica, il Piccolo Teatro, dove l’hanno salutato dal proscenio, composti, gli attori che recitano nel suo ultimo lavoro, che è la storia di Lehman Brothers. Ieri, “nel pieno rispetto della sensibilità e della volontà espressa dal Maestro”, come ha informato il sito del Piccolo, “in forma privata” nella chiesa parrocchiale di Civitella Benazzone dedicata ai santi Andrea e Biagio, nella sua Umbria, Luca Ronconi ha voluto il suo funerale. Con il parroco don Roberto e il vescovo ausiliare di Perugia, monsignor Giulietti. Così, come se ne vanno di solito tutti i cristiani (nell’accezione sinonima di esseri umani, uomini e donne, che un tempo il termine possedeva), anche quelli importanti. In una recente intervista riproposta in tv – peraltro interviste infrequenti, ed erano magnifiche, affascinanti sottotono – gli avevano chiesto quale fosse, giunto a questo punto, la sua visione della vita. Lui aveva ruminato in silenzio un bel po’, tra la barba bianca, con gioco d’attore eppure sincero. “Un certo affetto”. Aveva risposto. Per le persone, le cose… insisteva quello. “Per quello che c’è”. Che altro ne pensasse, l’intellettuale ariostesco, nessuno lo saprà. E’ sempre stato, per il mondo della cultura, maestro di laicità agnostica, l’unica religione ammessa dalla sinistra intellettuale che lo adorava. Per sé ha scelto questo funerale. C’erano duecento persone. L’ultima regia del più grande regista teatrale del mondo è stata portarli a Messa.

    • Maurizio Crippa
    • "Maurizio Crippa, vicedirettore, è nato a Milano un 27 febbraio di rondini e primavera. Era il 1961. E’ cresciuto a Monza, la sua Heimat, ma da più di vent’anni è un orgoglioso milanese metropolitano. Ha fatto il liceo classico e si è laureato in Storia del cinema, il suo primo amore. Poi ci sono gli amori di una vita: l’Inter, la montagna, Jannacci e Neil Young. Lavora nella redazione di Milano e si occupa un po’ di tutto: di politica, quando può di cultura, quando vuole di chiesa. E’ felice di avere due grandi Papi, Francesco e Benedetto. Non ha scritto libri (“perché scrivere brutti libri nuovi quando ci sono ancora tanti libri vecchi belli da leggere?”, gli ha insegnato Sandro Fusina). Insegue da tempo il sogno di saper usare i social media, ma poi grazie a Dio si ravvede.

      E’ responsabile della pagina settimanale del Foglio GranMilano, scrive ogni giorno Contro Mastro Ciliegia sulla prima pagina. Ha una moglie, Emilia, e due figli, Giovanni e Francesco, che non sono più bambini"