Antirigoristi di governo, come la Merkel

Giovanni Boggero

Merkel bacchetta l'Ue ma poi rinvia il risanamento fiscale per ragioni elettorali. Lo dice la Corte dei conti

    La strigliata è arrivata martedì, di prima mattina. Nel corso della presentazione del rapporto annuale sullo stato delle finanze pubbliche tedesche, Dieter Engels, il presidente del Bundesrechnungshof (la Corte dei conti federale), ha bocciato l'opera di consolidamento fiscale della coalizione cristiano-liberale guidata da Angela Merkel. “La situazione economica relativamente favorevole dovrebbe essere sfruttata per ridurre in maniera coerente il deficit di bilancio”, si legge nel documento dei magistrati contabili, secondo i quali sarebbe stato preferibile annullare quasi del tutto l'indebitamento netto per il 2013, in modo da raggiungere il pareggio già nel 2014.

    Nel suo rapporto, la Corte dei conti individua poi in concreto spese e sprechi che potrebbero essere oggetto di sforbiciate per un totale di almeno 1,5 miliardi l'anno. In particolare, risparmi corposi potrebbero essere conseguiti a partire dal bilancio del ministero della Difesa. Senza contare le spese per i 4.500 computer per i 1.800 dipendenti dell'Istituto federale di fisica e tecnica, e la manutenzione della sede dell'Unione africana ad Addis Abeba. Sempre a proposito di insufficiente consolidamento, la Corte lamenta poi la mancata piena attuazione del piano di risparmi varato nel 2010. Altre risorse potrebbero venire da controlli fiscali più efficaci ed efficienti. Allo stesso modo controlli più stringenti andrebbero condotti sul denaro gestito dai Länder per conto della Federazione. Insomma, i magistrati contabili, proprio come l'opposizione rosso-verde, bocciano il tentativo della Cancelliera e del suo ministro delle Finanze di rallentare il risanamento per rinviarne il completamento alla prossima legislatura.

    Ragioni elettorali avrebbero convinto Merkel a essere meno rigorista del dovuto. Infatti, per il 2013, sono addirittura previste nuove spese, tra le quali il cosiddetto Betreuungsgeld, il sussidio per le madri che vogliano allevare i propri figli a casa senza mandarli all'asilo. A ciò si aggiunga anche la decisione anomala presa all'inizio di questo mese di utilizzare gli utili del KfW, la Cassa depositi e prestiti tedesca, ai fini della riduzione del debito.