I veri numeri della disoccupazione tedesca

Giovanni Boggero

Se Berlino, sul fronte dell'occupazione, è meno virtuosa di quanto detto finora

    Da più di un anno e mezzo i tedeschi ironizzano quotidianamente sull'arte tutta ellenica di truccare i conti. Sugli scaffali delle librerie berlinesi si trovano decine di copie di un libretto satirico dal titolo “Griechify your life: come godersi la vita a costo zero”. Ora però che il partito ecologista ha scoperto un'operazione di maquillage nel calcolo del tasso di disoccupazione, i tedeschi potrebbero smettere di ridacchiare.

    A seguito di una interrogazione al Governo del gruppo parlamentare Bündnis 90/Die Grünen, si è infatti scoperto che una norma approvata dall'esecutivo di grande coalizione tra cristianodemocratici e socialdemocratici aiuta ad imbellettare i dati sulla disoccupazione teutonica: chi ha almeno 58 anni e ha percepito per almeno 12 mesi il sussidio Hartz IV senza aver ottenuto alcuna offerta di lavoro non va compreso nella categoria dei disoccupati. Si tratta quindi di più di 100.000 persone che da circa tre anni non appaiono nei numeri ufficiali sulla disoccupazione tedesca, bensì in quelli della cd. “sotto–occupazione”.

    Senza trucchi, il tasso di inattività dei lavoratori più anziani (tra i 55 e i 64 anni) salirebbe dall'8% al 9,7%. Dal Ministero del Lavoro arriva la replica: "Il tasso di occupazione di questa categoria di lavoratori è notevolmente migliorata negli ultimi dieci anni, passando dal 37,4% al 57,7%". Resta il fatto che l'uso di alchimie contabili sembrano padroneggiarlo bene anche i tedeschi…