Così la Merkel sta annichilendo i liberali tedeschi

Giovanni Boggero

Il caso del liberista Schäffler rischia di segnare la sorte futura di un promettente partito finito al governo negli anni della crisi dell'euro

    L'abilità della signora Merkel di liquidare i colleghi di governo, assumendo le decisioni che le garantiscono una maggiore popolarità, abbiamo imparato a osservarla negli ultimi quattro anni di gabinetto rosso-nero. Perciò, non è affatto escluso che come si è mangiata i socialdemocratici, così riduca alla marginalità anche i liberali”. Così ho scritto il 28 ottobre 2009 su Chicago-Blog.it di Oscar Giannino, all'indomani dell'accordo di coalizione tra la CDU/CSU della Cancelliera e i liberali dell'allora trionfante Guido Westerwelle.

    Due anni dopo, i liberali sono virtualmente fuori dal Parlamento tedesco. Con meno del 3 per cento dei consensi nei sondaggi, l'FDP è stata letteralmente soffocata dall'abbraccio mortale della signora Merkel. Da sicuri e petulanti oppositori dei sussidi ad Opel e degli aiuti alle banche nel biennio della crisi finanziaria, i “liberali di governo” hanno dovuto abbassare la cresta e seguire senza fiatare la linea del Cancelliere e del suo ministro delle Finanze.

    C'è però anche chi, nelle file dell'FDP, ha tentato di mantenersi coerente. In primis Frank Schäffler, intervistato a ottobre per Il Foglio. Il suo tentativo di bloccare l'Esm (European stability mechanism) con un referendum (Mitgliederentscheid) dei 64.000 tesserati del partito pare tuttavia essere fallito. Da solo contro tutto l'establishment liberale – persino l'anziano Hans Dietrich Genscher si è scomodato per attaccare l'“euroscettico” - Schäffler ha cercato di spiegare ai suoi colleghi di partito perché sommare debiti ai debiti non è la strada giusta per uscire dalla crisi. Niente da fare. Nonostante l'appoggio di 54 economisti tedeschi, la direzione dell'FDP ha fatto di tutto per mettergli i bastoni fra le ruote, ostacolando anche con metodi poco ortodossi il raggiungimento del quorum. Scegliere di prendere di petto il Cancelliere non è un'opzione politica saggia, ha spiegato di recente il segretario generale Christian Lindner, ma condurrebbe all'isolamento dell'FDP e alla nascita di una grande coalizione tra CDU ed SPD. In questo senso “Frank Schäffler è il David Cameron dei liberali”, ha ironizzato Lindner.

    Proprio come ai tempi della Große Koalition, la signora Merkel è insomma riuscita nell'intento di far litigare con se stesso il proprio partner di coalizione. E così, oggi, l'unica paura che attanaglia i “liberali di governo” è di perdere la poltrona. In realtà, continuando ad abdicare ai propri principi, nel 2013 l'FDP dovrà rinunciare non soltanto a un posto nell'esecutivo, bensì alla propria rappresentanza al Bundestag.